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Patto di ferro tra Confindustria e Confartigianato Legno–Arredo

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Patto di ferro tra Confindustria e Confartigianato Legno–Arredo

Parlare di “patto di ferro” fra due imprenditori che operano nel settore del legno potrebbe generare una buona dose di ironia, ma nella sostanza questo è accaduto la scorsa settimana a Milano in occasione del Salone del Mobile, dove si sono incontrati due “numeri uno” del settore: Roberto Snaidero per gli industriali, presidente di Federlegno Arredo e Domenico Gambacci di Sansepolcro per gli artigiani, presidente della Federazione Legno Arredo di Confartigianato Imprese. Un incontro molto cordiale nel quale è stato ribadito un concetto: “Non esiste antitesi fra industriali e artigiani – ha detto Snaidero – perché a mio avviso la grande industria non può fare a meno dell’artigiano. In questo momento di grande crisi che stiamo attraversando, dimenticare quella che è stata la culla delle nostre aziende è impossibile. A fondare le nostra azienda sono stati artigiani, compreso mio padre, per cui dobbiamo percorrere la strada assieme: solo forza della coesione può dare risultati positivi”. E Gambacci ha annuito: “Condivido in pieno le parole del collega Snaidero, perché industria e artigianato sono due comparti complementari. Molti industriali sono stati a loro tempo grandi artigiani e allora possiamo venir fuori uniti anche se proveniamo da percorsi diversi”. Il grido di allarme è oramai lanciato da un bel po’ di tempo: come venir fuori da questa difficile situazione economica? “E’ l’ennesima volta che mi viene posta la domanda – dice ancora Snaidero – e se avessi la sfera di cristallo, sapere rispondere, ma non è così. Noi abbiamo formulato delle proposte al governo, che però sono rimaste lì, senza ancora una risposta, vedi l’ipotesi di un’Iva al 4% sulla prima casa per i giovani. Un 4% non su tutto l’arredamento, ma sui mobili fissi, vedi bagno, cucina e armadi a muro: questo potrebbe costituire un primo segnale di crescita. D’altronde, per ora le uniche opportunità di crescita sono sui mercati esteri; come Federlegno, stiamo investendo sui mercati americano, russo e cinese, gli unici che possono fornire risultati positivi”. E per riattivare il mercato interno? “Ricordo – sottolinea Snaidero – che le esportazioni coprono il 35-38% del totale e quindi vuol dire che la bella fetta rimanente sta languendo, tanto che l’incidenza stessa delle esportazioni ha finito con l’aumentare. Mi voglio rivolgere a questo governo: 3-4 anni fa ci permettemmo di chiedere i contributi per gli acquisti della cucina, poi non abbiamo avanzato altre proposte. Altrove, di contributi ce ne sono tanti: questo dell’Iva al 4% ci sembra essenziale e qualora l’Iva salisse al 23% non so davvero quante aziende e quanti artigiani riuscirebbero a resistere”. Con oltre 2500 aziende presenti e un totale di visitatori a 6 cifre, il Salone del Mobile contribuisce a riaccendere la fiducia? “E’ senza dubbio una grande opportunità – afferma Gambacci – ma quelle che al momento servono debbono venire dai palazzi del potere. Siamo molto delusi dalle manovre del premier Monti: solo tasse e niente sviluppo. Siamo molto preoccupati per l’Imu e per la dichiarazione dei redditi, prossime scadenze che stanno impaurendo cittadini e imprese, come si fa a non recepire il grido di dolore degli imprenditori che si suicidano. L’Imu che non è altro che una patrimoniale, rischia di stangarci e portare alla chiusura molte delle nostre imprese. Questo fa male alle nostre aziende e allora invito il premier Monti e ai suoi tecnici di stare di più in mezzo alla gente e non in un contesto avulso dalla realtà attuale. Occorre una manovra per lo sviluppo, una restituzione di fiducia alle persone, una ripresa dei consumi, ma soprattutto un taglio agli sprechi e ai tanti “carrozzoni” che esistono nel nostro paese.