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Saldi invernali, i commercianti aretini sperano nei risparmiatori

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Saldi invernali, i commercianti aretini sperano nei risparmiatori

“Mai come quest’anno è difficile fare pronostici sui saldi. Delle due l’una: o le vendite andranno addirittura meglio dello scorso anno oppure la gente continuerà a spendere poco come ha fatto durante la stagione. Molto dipenderà dalla paura del futuro”. Ad affermarlo è il presidente di Federmoda Confcommercio Arezzo Paolo Mantovani alla vigilia dell’apertura ufficiale delle vendite di fine stagione autunno-inverno 2011/2012, che inizieranno domani (giovedì 5 gennaio) per concludersi dopo 60 giorni il prossimo 4 marzo.

Circa mille i commercianti coinvolti nel fenomeno “saldi” in provincia di Arezzo, dall’abbigliamento alle calzature passando per tessili, intimo e sportivi. Le loro speranze, secondo l’indagine della Confcommercio, sono tutte rivolte verso i “risparmiatori”: quelli che la crisi ancora l’hanno avvertita più dai telegiornali che non dalle tasche, ma negli ultimi mesi hanno comunque preferito limitare le spese. Quelli per i quali acquistare ora significa fare un vero affare.

“La congiuntura è molto difficile” dice Mantovani “ma considerando che il freddo vero è arrivato solo ora e che ormai da qualche anno c’è una buona fetta di clientela che aspetta il fine stagione per fare gli acquisti più importanti, direi che l’andamento dei saldi potrebbe essere in linea con lo scorso anno o addirittura migliore. Non sarebbe comunque una vittoria per noi” aggiunge il presidente provinciale di Federmoda “i saldi invernali ed estivi incidono solo per il 30% sul fatturato annuo delle nostre aziende, il 18% solo quelli invernali. Troppo poco per recuperare le perdite di mesi difficili. Ma è una percentuale in aumento, negli ultimi tre anni i saldi sono diventati sempre più importanti”.

Secondo le stime dell'Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia investirà circa 403 euro per l'acquisto a saldo di capi d'abbigliamento ed accessori, per un valore complessivo di oltre 40 milioni di euro nella sola provincia di Arezzo, calcolando che saranno circa sette su dieci le famiglie aretine che non rinunceranno a questo “rito” di fine inverno. “Se il clima di paura si placa, chi non ha subito perdite vere nella crisi e conta ancora su entrate sicure potrebbe decidere di acquistare ora. Così, i saldi potrebbero diventare anche più brillanti dello scorso anno”. Ma è un discorso che vale soprattutto per i negozi di fascia medio-alta, dove il buon affare è più tangibile. “Chi spende in maniera oculata cerca capi di qualità e di marca, produzioni italiane, tagli sartoriali. Non è più tempo di acquisti di impulso, dove la moda prevale sulla durata di un capo”.

Dalla categoria arriva anche qualche consiglio su come fare acquisti intelligenti. “Il segreto è puntare su capi destagionalizzati per un guardaroba flessibile che permette di spendere meno restando sempre attuali” rivela Mantovani. Qualche esempio? “Per gli uomini jeans, camicia e maglia in lana rasata, per le donne l’abitino da usare tutto l’anno, d’inverno con cardigan e calze pesanti, d’estate con un accessorio allegro come la collana. Fra gli altri capi chiave da tenere nell’armadio, il piumino leggero che va bene dall’autunno alla primavera”.

La parola d’ordine anche nella moda è riciclo: “il guardaroba stagionale ha perso i confini, oggi i capi si mescolano tra di loro, per forma e consistenza dei tessuti, per creare abbinamenti validi sempre. È il concetto del vestirsi a strati, che regale un look più fresco e permette di giostrarsi anche con un numero limitato di capi”.

I commercianti mantengono le loro speranze, restando comunque con i piedi per terra. “I risparmi fatti durante la prima parte dell’inverno ora verranno investiti in acquisti a prezzi scontati. C’è chi per comprarsi un cappotto nuovo ha rinunciato alle vacanze di Natale. Il problema è che nelle vendite continua a mancare la massa” continua il presidente della Federmoda Confcommercio aretina. “È un momento difficile per commercianti e consumatori: c’è grande confusione, poca chiarezza, adesso si fa terrorismo anche con la questione degli orari liberalizzati. Davvero impossibile fare previsioni, anche durante la stagione manca la continuità nei flussi di clienti, un’anomalia che proseguirà anche nel periodo dei saldi. L’atmosfera che si è creata, tra insicurezza del lavoro, crisi economica e incertezza delle banche, ha ripercussioni pesanti sulla propensione all’acquisto. Si avverte stando dietro il banco: i clienti entrano timorosi”.

DALLA CONFCOMMERCIO, LE REGOLE PER EFFETTUARE “SALDI CHIARI”
I saldi di fine stagione possono essere effettuati nel periodo compreso fra il 5 gennaio e il 4 marzo 2012. Si raccomanda gli operatori di osservare con scrupolo le principali regole:

1. Le vendite di fine stagione riguardano i prodotti di carattere stagionale o di moda suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. I capi che vengono proposti in saldo non devono necessariamente appartenere alla stagione in corso.

2. Le merci devono essere poste in vendita con l’indicazione del prezzo corrente, dello sconto espresso in percentuale e del nuovo prezzo ribassato o scontato. E’ vietato ogni riferimento a procedure fallimentari e similari.

3. E’ possibile porre in vendita solo merci già presenti nell’esercizio e nei locali di pertinenza. Il divieto di introduzione di ulteriori merci riguarda sia quelle acquistate che quelle concesse in conto deposito.

4. Le merci in offerta devono essere separate da quelle poste eventualmente in vendita alle condizioni ordinarie.

5. E’ opportuna, anche se non obbligatoria, la comunicazione dell’avvenuta vendita di fine stagione al Comune di residenza. Qualora la comunicazione al Comune sia stata effettuata, eventuali inserzioni pubblicitarie dovranno contenere gli estremi della medesima, nonché l’indicazione della durata.

6. La possibilità di cambiare il capo dopo l’acquisto è lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato. In questo caso scatta infatti l'obbligo del cambio o, nel caso la sostituzione risulti impossibile, la restituzione della somma pagata.

7. E’ rimessa alla discrezionalità del negoziante la possibilità di far provare i capi.

8. Per quanto riguarda i pagamenti, le carte di credito devono sempre essere accettate qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione.