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Smettiamo di sentirci mediocri e di accontentarci di piccoli risultati

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Smettiamo di sentirci mediocri e di accontentarci di piccoli risultati
Franco Marinoni

“Sembra che questa città voglia vivere di occasioni mancate. Sarebbe forse più corretto sbagliare tentando nuove strade, invece di continuare a far vincere l’immobilismo. Ovvero la linea di chi sta ai lati della strada a guardare e giudicare gli altri che agiscono.

Prendiamo Arezzo Wave, per esempio. Siamo proprio sicuri tutti (amministrazioni pubbliche, enti, imprese, associazioni) di aver fatto il possibile per creare le condizioni perché possa tornare ad Arezzo un festival che ci ha regalato grande visibilità internazionale e un’immagine di freschezza e vivacità che difficilmente si potrà ottenere in altri modi?

Perdere, anche quest’anno, l’opportunità di avere qui da noi una manifestazione così importante e consolidata, con artisti di levatura altissima ed un pubblico disposto a fare chilometri per vederli, non è certo la scelta migliore per una città che a fatica cerca di scrollarsi di dosso quella drammatica perdita di certezze che la crisi economica ha portato toccando il bene più prezioso per gli aretini: il denaro.

Il progetto che Mauro Valenti è disponibile a portare alla città, da imprenditore illuminato e patron in grado di tessere relazioni a livello internazionale, è perfettamente rodato. Un successo sicuro, che può contare su una ‘macchina da guerra’ perfetta per efficacia e tempi di organizzazione e comunicazione.

Non possiamo correre il rischio di rispedirlo ancora una volta al mittente.

Eppure, restiamo qui ad accontentarci di piccole cose, degne di una piccola realtà quale ci ostiniamo a ritenere sia la nostra. Piccoli spettacoli per piccoli palcoscenici per un piccolo pubblico. “In medio stat virtus”, dicevano gli antichi. Ma intendevano la giusta misura, non certo la mediocrità.

Per questo, davvero cultura e spettacolo avrebbero bisogno di uomini e donne capaci di buttare il cuore oltre l’ostacolo, con la stoffa da capitani coraggiosi o imprenditori che pensano in grande e a lungo termine, perché tanto a ridimensionarsi si fa sempre in tempo.

Qualche segnale in questa direzione lo sta dando l’attivismo dell’assessore alla cultura del Comune di Arezzo Macrì. Molto potrà fare un uomo di spessore, anche se difficile e magari caratteriale, come Mauro Valenti.

Suoni, questa mia, come una chiamata alle armi. Perché se vogliamo che Arezzo torni ad essere grande, dobbiamo essere i primi a percepirla e volerla così”.