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Soccorsi tre escursionisti in Pratomagno sorpresi dalla bufera di neve

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Soccorsi tre escursionisti in Pratomagno sorpresi dalla bufera di neve

Tre giovani aretini, due ragazzi ed una ragazza, partiti dai Prati di Loro alle 14,30 di sabato 8 ottobre per raggiungere il bivacco nei pressi della Croce del Pratomagno, dove avrebbero voluto trascorrere la notte per fare rientro il giorno dopo, si sono trovati in grosse difficoltà per la bufera di neve che li ha sorpresi durante il tragitto. I tre, ben equipaggiati, ma privi di ciaspole o sci da alpinismo, dopo circa metà del percorso, avevano lasciato il sentiero di crinale per seguire un tracciato meno esposto alla bufera, seguendo la recinzione delle praterie del crinale. Trovandosi in difficoltà, intorno alle 18,30, hanno chiamato il 1515 del Corpo Forestale dello Stato per avere indicazioni su come procedere. Messi in contatto col Comando Provinciale del CFS di Arezzo e ricostruito dove dovessero trovarsi, è stato loro consigliato di proseguire seguendo il riferimento della recinzione, senza avventurarsi lungo altri sentieri che li avrebbero indirizzati nel folto della foresta del Pratomagno. E’ stata mobilitata una pattuglia del Comando Stazione forestale di Castel S. Niccolò e di Camaldoli assieme ad un volontario del Soccorso Alpino che, non senza difficoltà, sono riusciti a raggiungere il rifugio della Croce, grazie anche all’intervento di uno spalaneve dell’Unione dei Comuni del Casentino. Mantenendo i contatti telefonici con gli escursionisti, i soccorritori sono riusciti a localizzare i tre giovani e riaccompagnarli fino al mezzo, raggiunto verso mezzanotte e mezzo, stremati, ma in buone condizioni . La situazione era davvero improba: oltre mezzo metro di neve, una vera e propria bufera di vento e neve, l’oscurità più assoluta…. All’1.30 finalmente i genitori della ragazza hanno recuperato a Poppi i tre “avventurieri” per riaccompagnarli a casa.

Avventurarsi in una escursione in montagna in quelle condizioni è stata evidentemente una imprudenza. Fortunatamente la mobilitazione del CFS e del Soccorso Alpino del Casentino è stata risolutiva, grazie anche all’efficienza dell’Unione dei Comuni del Casentino. Resta una considerazione da fare: fermo restando che la salvaguardia della vita umana è una priorità assoluta da raggiungere con ogni mezzo, quanto “pesano” sulla comunità imprudenze del genere?