Home Attualità Economia Tassa sui rifiuti, un’altra tegola pesante sulla testa delle imprese

Tassa sui rifiuti, un’altra tegola pesante sulla testa delle imprese

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Un’altra tegola sta per abbattersi sulle imprese del terziario. “Se passa la modifica proposta da Monti per il calcolo della tassa sui rifiuti”, spiega il direttore Franco Marinoni, “le imprese si troveranno a pagare in media fino al +290% in più rispetto a quanto hanno sborsato finora, con incrementi superiori al 400% per alcune tipologie di attività come la ristorazione e punte fino ad oltre il +600% per l'ortofrutta e le discoteche. Un peso insostenibile in questo momento, ma iniquo e vessatorio anche a prescindere dalla crisi che stiamo vivendo”.

A mettere in allarme il mondo del terziario è la RES, il nuovo tributo comunale su rifiuti e servizi previsto nel decreto “Salva Italia”, che dal 1° gennaio 2013 andrà a sostituire i tre sistemi di calcolo della tassa sui rifiuti Tarsu, Tariffa di Igiene ambientale (TIA1) e Tariffa Integrata (TIA2).

“A risentire di più dell’impatto traumatico che avrà la RES su tutte le imprese saranno i pubblici esercizi”, spiega il direttore Marinoni, “da una indagine della Confcommercio emerge che i costi aumenteranno mediamente di quasi il 700% per le discoteche e del 500% per i ristoranti. Cifre assolutamente sproporzionate e fuori da ogni logica, che non trovano riscontro neppure nella reale quantità di rifiuti prodotti”.

Se discoteche e night club sono la categoria più penalizzata, seguita di poco dai frutta e verdura (+600%) e a ruota dal gruppo rappresentato da ristoranti, pizzerie, osterie e pub, non va molto meglio a bar e pasticcerie, che insieme a mense, birrerie e amburgherie vedranno lievitare il costo per l’immondizia di ben oltre il 300%.

“Si tratta di aumenti assolutamente discrezionali perché calcolati sulla base di coefficienti arbitrari come il predominio del peso della superficie dell'area rispetto ai rifiuti prodotti”, fa notare il direttore della Confcommercio aretina, “i pubblici esercizi poi sono doppiamente danneggiati, perché con la Tarsu un bar ha già un costo al metro quadrato del 75% superiore, per esempio, a quello di un ipermercato, mentre per un ristorante si arriva al +157. Questo aumenta anche l’incidenza degli incrementi percentuali, visto che i valori di partenza su cui si applicano sono già alti. Tanto per fare qualche esempio, se una superette di 300 mq. con la RES si troverà a pagare 2.400 euro in più, un ristorante di 200 mq. ne pagherà ben 4.000 in più. E non si capisce perché la ristorazione debba pagare così tanto in più, visto che i suoi scarti sono quelli di produzione”.

In base alle simulazioni dell’associazione di categoria, pescherie, negozi di fiori o pizzerie al taglio con un locale di 100mq andranno a pagare 3.038,40 euro a fronte dei 401,35 dovuti nel 2012; discoteche e night club di 200mq passeranno da 558,90 a 4.433,91 euro; mentre andrà solo un po' meglio, ad esempio, a edicole, farmacie e tabacchi da 30mq, che passeranno da 103,50 a 192,20 euro. Il nuovo tributo comprende, oltre alla quota ambientale per lo smaltimento dei rifiuti, anche una quota 'servizi' per la sicurezza, l'illuminazione e la gestione delle strade.

“Arezzo e Terranuova Bracciolini sono già in regime di TIA1, dunque vedranno aumenti più contenuti”, dice Marinoni, “ma in provincia di Arezzo la stragrande maggioranza dei comuni (tra i più grandi Bibbiena, Sansepolcro, Montevarchi, San Giovanni Valdarno) è tutt’ora in regime di Tarsu, per le loro imprese l’impatto della RES sarà assolutamente devastante”.

A livello nazionale la Confcommercio ha richiesto la proroga almeno di un anno l’entrata in vigore del nuovo tributo e l’apertura di un tavolo tecnico per la determinazione di nuovi coefficienti che tengano conto anche della reale produzione dei rifiuti. “A livello locale”, anticipa Marinoni, “c’è ancora margine per definire criteri di tassazione più equi e più aderenti alla realtà, in modo che la normativa non sia applicata tout court sulla base dei coefficienti fissati a livello nazionale. Noi ci siamo già attivati richiedendo una serie di consultazioni con Aisa, per quanto riguarda il capoluogo ed altri Comuni. Ma naturalmente c’è bisogno di tempo ed è per questo che è necessaria una proroga. Soffocare le imprese con tasse e gabelle non giova a nessuno se non a riempire il mercato di altri disoccupati…” .