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‘Thérèse Raquin’ un libro di E’mile Zola

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Emile Zola (Parigi, 2 aprile 1840- Parigi, 29 settembre 1902) ha scritto questo romanzo nel 1867, più di un secolo fa. Sfogliando le pagine, si dovrebbe capire che non ci troviamo davanti a un romanzo pubblicato recentemente. Eppure le passioni e le violenze descritte da Zola sono molto più veritiere e credibili di alcuni romanzi usciti nell'ultimo anno. Non a caso, Zola è considerato il creatore del genere letterario naturalista, e, a causa degli argomenti che trattava fu più volte bollato come pornografo.
La protagonista del romanzo è, appunto, Thérèse Raquin, ma, essendo il “narratore onniscente”, conosciamo in realtà i pensieri e le intenzioni di ogni personaggio.
Thérèse è un'orfanella che sin da piccola vive con la zia, madame Raquin, che ha un figlio un po' più grande di lei, Camille. Questi è un ragazzino cagionevole, che il comportamento eccessivamente affettuoso e invadente di madame Raquin contribuisce a peggiorare, quasi come a conferire alla madre ogni pretesto per curare l'adorato figlio. Nelle prime pagine si nota l'apatia disperata di Thérèse e il suo spirito inquieto, e il profondo odio per l'ignoranza quasi patologica che affligge la vita di suo marito.
Tutto cambia quando Camille inizia a frequentare un suo vecchio compagno di scuola, Laurent, un giovane pittore di poco talento, che lavora senza troppa convizione in un ufficio. Laurent è l'opposto di Camille, è vivo, possente, carnale. Thérèse non capisce quello che le sta succedendo. Inizia a provare per lui una forte attrazione, così forte da sentirsi male. Laurent, invece, capisce benissimo cosa prova la giovane donna, e, seppur non trovandola molto attraente, decide di diventare suo amante per gioco.
Si ritroverà vittima della sua stessa trappola, accorgendosi di non poter più fare a meno di Thérèse, escogitando mille sotterfugi per starle accanto. Ormai irrimediabilmente innamorati, i due amanti decidono di liberarsi di colui che impedisce al loro amore di continuare a vivere. In una gita in barca Laurent, davanti agli occhi di Thérèse, uccide Camille, facendolo passare per un incidente.
Credendo di aver messo fine ad un tormento, Thérèse e Laurent si ritroveranno prigionieri di qualcosa di ben più grande: il terrore. Inizieranno a essere perseguitati dal ricordo angoscioso del delitto commesso, non riuscendo più a vivere in pace.
Credendo di salvarsi stando insieme, i due non si rendono conto che la loro vicinanza non farà che aumentare le loro allucinazioni.
Ci sarebbe da scrivere molto sui romanzi di Zola, come in effetti è stato fatto. Io di questo mi limiterò a dire che è stato come l'ago di una siringa: ti entra letteramente sotto la pelle.