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Un aretino su 10 soffre di malattie renali

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Un aretino su 10 soffre di malattie renali

Cento ogni anno i pazienti trapiantati nella nostra provincia. Oltre 400 i ricoveri annui al San Donato per patologie renali acute. A livello provinciale, 230 i pazienti seguiti in emodialisi e 20 in dialisi peritoneale. La correlazione con le altre patologie: in primo piano diabetici e scompensati.

AREZZO – Il rene è uno di quegli organi del nostro fisico, spesso non tenuto nella debita considerazione. Eppure ha una funzione vitale e quando non funziona a dovere la qualità della vita decade rapidamente. Per fortuna su questo organo e sulle sue patologie oggi la medicina ha fato e può fare molto. La Asl di Arezzo mette in campo una squadra di professionisti ed una organizzazione importanti.
I numeri parlano da soli.

1) Degenza in nefrologia: 400 ricoveri all'anno nel solo reparto di Arezzo per patologie renali acute non trattabili ambulatoriamente;
2) Nefrologia Ambulatoriale per nuovi pazienti: 400 nuovi pazienti all’anno, attività svolta in tutte le 5 zone;
3) Nefrologia Ambulatoriale per i pazienti affetti da malattie renali croniche: oltre 5000 visite all’anno, anche in questo caso con una attività svolta in tutte le 5 zone;
4) Nefrologia trapianto: sono seguiti attualmente 102 pazienti che hanno avuto un trapianto di rene, con oltre 500 controlli annui (attività concentrata al San Donato);
5) Attività di dialisi: per la emodialisi sono 230 pazienti seguiti tra tutte le 5 zone; per la Dialisi Peritoneale 20 pazienti;

Sotto il profilo organizzativo, la emodialisi di Arezzo svolge anche attività serale (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 18.00 alle 23.00) per venire incontro alle necessità dei pazienti lavoratori. La Dialisi Peritoneale è un tipo di trattamento che il paziente svolge a domicilio da solo o con l'aiuto di un partner.

Una patologia in crescita
L'insufficienza renale è una patologia cronica sempre più diffusa, che spesso complica il decorso o può essere la conseguenza di altre malattie come l’ipertensione arteriosa, il diabete e le malattie cardiovascolari. Nella sola provincia di Arezzo sono quasi 35.000 le persone portatrici di una malattia renale più o meno avanzata. Una ogni 10 abitanti. Di queste molte non sanno di essere ammalate perché chi soffre di insufficienza renale, nelle fasi iniziali, può non accorgersi della malattia fino al punto in cui la funzione dei reni cessa: a quel punto è necessario sottoporsi a terapie come la dialisi o il trapianto di rene.
Al contrario, riconoscere precocemente una malattia renale e iniziare le cure appropriate, può evitare o rallentare la progressiva perdita della funzionalità dei reni.
“La cura di tutte le malattie croniche – spiega Ennio Duranti direttore della unità Operativa di Nefrologia e Dialisi della Asl8 – si basa sul rapporto fra la persona ammalata, il medico di famiglia e il medico specialista; così anche chi soffre di insufficienza renale può collaborare alla gestione della sua malattia se la conosce e se è consapevole dell'importanza dei consigli e delle cure che vengono proposti dal medico di famiglia e dallo specialista nefrologo. Poiché molte delle persone ammalate di reni sono anche diabetiche, cardiopatiche o portatrici di altre complicazioni, l’intervento non può più essere fatto solo dallo specialista neurologo – afferma ancora Duranti – ma l’intervento dovrà e deve essere corale e multispecialistico; e quindi il nefrologo ed il cardiologo, il nefrologo ed il diabetologo o meglio ancora la Nefrologia, la Diabetologia e la Cardiologia devono lavorare insieme per curare questi pazienti con patologie multiple , destinate nel tempo ad aumentare sempre più sull’onda di uno tsunami sociale. Purtroppo – chiosa il responsabile della nefrologia aretina – ancora molto è da fare se si pensa che fino al 2007 la statistiche Istat non prendevano neanche in considerazione le malattie renali che nel resto del mondo occidentale sono considerate tra le maggiori cause di mortalità ”.
Non è un caso, quindi, che l’Azienda sanitaria si muova su queste linee: i medici di famiglia sono ormai ampiamente sensibili al problema e già da tempo sono partite collaborazioni con gli specialisti e tra gli specialisti; gli ambulatori congiunti tra Diabetologia e Nefrologia funzionano da qualche anno, mentre nuove collaborazioni con la Cardiologia, soprattutto nell’ambito dello scompenso cardiaco, sono all’orizzonte.