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Al Giardino delle IDEE arriva Pupi Avati

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Al Giardino delle IDEE arriva Pupi Avati

“Ho passato la vita intera a girare film che mi restituissero pezzetti del mio passato: il cinema serviva per rivivere le cose una seconda volta. Quelle belle per poterle gustare di nuovo. Quelle brutte, per cambiar loro il finale” così ricorda simpaticamente Pupi Avati.

Domenica 24 marzo 2013 alle ore 17.00 con ingresso libero e gratuito PUPI AVATI sarà ospite del Giardino delle IDEE all’interno della accogliente Sala delle Muse del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo in via San Lorentino, 8 (INFO: 0575 409050) per la presentazione del libro “La grande invenzione” (Rizzoli editore).

A condurre e moderare l’incontro Barbara Bianconi accompagnata da Andrea Bucciantini.

Un passato fastoso, un presente difficile, e una inesauribile riserva di sogni: è l'eredità che riceve alla nascita, figlio di due mondi, la ricca borghesia urbana bolognese e l'arcaica tradizione contadina di Sasso Marconi.

La galleria degli antenati è unica: la bisnonna Olimpia, asolaia emigrata in Brasile in cerca di fortuna con i tre figli piccoli, il nonno Carlo che trovò moglie grazie a venticinque bignè, gli zii materni che ogni anno portavano ai Savoia le ciliegie di Sasso Marconi, il nonno Giuseppe che chiese alla Madonnina del Paradiso una grazia "fatale", i genitori protagonisti di una incredibile storia d'amore.

Con questi presupposti, come stupirsi se la tua vita diventa un'unica grande avventura, dalla via Emilia a Cinecittà?

Nella Bologna del dopoguerra si svolge l'educazione sentimentale di Pupi, un ragazzo timido ma un po' mascalzone, un perdigiorno con una bruciante passione per il jazz, un rapporto complesso con le donne, un amore irreversibile per il cinema.

Poi l'addio alla carriera da musicista, la parentesi come rappresentante di surgelati, i difficili esordi cinematografici, la Roma degli artisti, l'insolito lavoro con Pasolini, i pedinamenti per conoscere il maestro Fellini, i successi di pubblico e critica. "La grande invenzione" racconta tutto questo e molto altro ancora. L’irresistibile capacità di invenzione narrativa che dispiega, e che rivela un Avati scrittore finora insospettato, ne fanno un grande romanzo corale, un intreccio di percorsi e di soniche seduce il lettore trasportandolo in una singolare dimensione di realismo magico all’emiliana.

Ricordandoci che la vita non è fatta solo di eventi ma soprattutto di desideri, ripensamenti, iperboli: le infinite coloritura della fantasia, della poesia dei giorni, della felicità contagiosa del racconto.

Ospite qualche giorno fa a Radio 2 nella trasmissione "Un giorno da pecora", intervistato dallo staff della trasmissione, il regista si è divertito a ipotizzare il soggetto di una sceneggiatura cinematografica con protagonisti i politici delle ultime elezioni, i vincitori e i vinti.

Da conoscitore e osservatore critico della realtà qual è, Avati ha analizzato con ironia i ruoli dei principali politici all'interno di un suo possibile film.

Pierluigi Bersani, Beppe Grillo, Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi e Mario Monti: Avati ne ha per tutti ed è letteralmente un fiume in piena.

Ha raccontato: "Grillo? Lui potrebbe fare il venditore di lamette, di quelli che si vedono una volta alle fiere e che vendevano lamette e saponi da barba, Berlusconi potrebbe essere il venditore di automobili, Massimo D'Alema ha proprio la faccia da tramviere, gli farei fare il tramviere, Fini potrebbe essere il sommelier e Monti il preside, quello da temere, che quando passa tutti si nascondono dentro le aule. Bersani potrebbe interpretare un salumiere, uno di quelli che passa tutta la sera a fare una meravigliosa insalata russa, che poi ti fa assaggiare con un grissino".

Ha poi ricordato scherzosamente che si vedrebbe bene nel ruolo, reale, di presidente della Repubblica, ma che poi dovrebbe smettere di fare cinema, per cui si tratta davvero di un'ipotesi impossibile.

Inoltre, ha affermato che gli piacerebbe dirigere un film su Berlusconi, proprio per controllare una sua intuizione in base alla quale il personaggio privato poco coinciderebbe con quello pubblico.

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