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Biomasse a Chitignano, le donne si mobilitano

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Biomasse a Chitignano, le donne si mobilitano

Petizione in rosa contro la centrale. Domani 630 firme raccolte da un gruppo di donne residenti e non di Chitignano saranno consegnate al primo cittadino.

«L’impianto biomasse di Chitignano? Ai privati l’energia, al paese il fumo della ciminiera».

È un no irremovibile quello dei cittadini di Chitignano al progetto di costruzione dell’impianto a biomasse nella frazione di Poggiolino. Un messaggio che i residenti faranno arrivare direttamente al primo cittadino al quale, domani mattina, saranno consegnate le prime 630 firme, raccolte negli ultimi 20 giorni da un gruppo di donne, per dire no alla centrale.

«La petizione – spiegano le promotrici – è anche un’azione di supporto a tutte le altre iniziative prese nel paese per difendersi da un progetto che, se realizzato, avrà un impatto che rischia, in un sol colpo, la salute dei cittadini e la sua storia. La centrale infatti dovrebbe sorgere a circa 60 metri (in linea d’aria) dalla scuola d’infanzia, a 50 metri dalle più vicine civili abitazioni, a circa 100 metri dall’antica Podesteria (che ospita in diversi periodi dell’anno persone diversamente abili), a circa 250 metri dal Castello degli Ubertini del XII secolo e vicinissima al centro del paese di Chitignano.

Chitignano è un paese a vocazione turistica in vari periodi dell’anno. Ciò rappresenta uno stabile e crescente ritorno economico per il paese e per la collettività. Ritorno economico (uno dei pochi rimasti) che rischierà una forte involuzione. Infatti “ci teniamo a precisare che le firme della petizione sono anche frutto di non residenti che vivono affettivamente e ciclicamente il paese e che hanno partecipato in prima persona alla raccolta”.

Un obiettivo comune intorno al quale negli ultimi 20 giorni si sono radunate le forze delle donne di Chitignano che invieranno la petizione anche al presidente della Regione Toscana e a quello della Provincia di Arezzo.

«La costruzione della centrale – concludono – cozza anche contro il decreto legislativo 155 del 2012 che raccomanda di “mantenere la qualità dell’aria ambiente, laddove buona e migliorarla in altri casi” mentre è chiaro che le emissioni inquinanti delle oltre 10mila tonnellate di legna bruciate all’anno metterebbero a rischio oltre alla qualità dell’area anche il patrimonio storico e residenziale di Chitignano».