Home Nazionale Cestaro (Slc Cgil): serve rilancio Azienda Rai, recuperare identità servizio pubbli

Cestaro (Slc Cgil): serve rilancio Azienda Rai, recuperare identità servizio pubbli

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Roma, 26 lug. (Labitalia) – "E' chiaro che dal nostro punto di vista c'è bisogno che ci sia un rilancio della Rai, e quindi riprendere con forza il concetto di servizio pubblico, che negli ultimi anni sembrava essere un po' smarrito". A dirlo a Labitalia è Massimo Cestaro, segretario generale della Slc Cgil, che nelle scorse settimane ha firmato un accordo sul lavoro con l'azienda di viale Mazzini. Un'intesa, spiega Cestaro, che "prevede un percorso di uscite di lavoratori seppure con il criterio della volontarietà e della incentivazione". "Comunque – sottolinea – all'interno di quell'accordo abbiamo messo un percorso di inserimento di nuova occupazione, di lavoratori giovani, cercando di dare, seppure parzialmente, una risposta a un mondo di precariato che ruota da tantissimi anni all'interno di Rai". Azioni, quelle realizzate dal sindacato con l'azienda, che "abbiamo fatto con grande difficoltà, perchè la crisi comincia ad avere qualche effetto sui bilanci dell'azienda e quindi la condizione non è certo quella di 15-20 anni fa". "Quindi c'è una grandissima attenzione -aggiunge- al costo del lavoro, ai bilanci". L'impegno del sindacato è però orientato a migliorare le condizioni di quanti lavorano in Rai. "Un po' alla volta, in particolar modo con l'accordo che abbiamo fatto una decina di giorni fa, cominciamo a dare qualche risposta in termini positivi -spiega Cestaro- a quel mondo di lavoratori, che sono altamente professionalizzati. Stiamo parlando di lavoratori che nel tempo hanno acquisito alte professionalità e quindi è giusto che l'azienda cominci a dare delle risposte anche a quei lavoratori. Cosa che abbiamo fatto una decina di giorni fa". La situazione dei lavoratori in Rai, per Cestaro, è comunque migliore rispetto ad altre realtà produttive. "Ci sono lavoratori -sottolinea- che stanno un pochino meglio rispetto al settore dell'industria, dove purtroppo stiamo registrando ancora grandi difficoltà. Però, anche in quella realtà cominciano a farsi sentire gli effetti della crisi. C'è il dato del mercato pubblicitario che ormai da anni cala mediamente del 20% annuo. E' è charo che impatta -spiega il dirigente sindacale- anche negativamente sui bilanci dell'azienda, che come tutte le aziende di comunicazione vive in larga parte di mercato pubblicitario". Secondo Cestaro, comunque, il rilancio della Rai passa dal suo ruolo di emittente di servizio pubblico. "E' 'obbligatorio' -spiega- perchè i cittadini che hanno in casa un televisore hanno, o avrebbero, l'obbligo di pagare il canone e naturalmente lo si paga nella misura in cui si percepisce che c'è una differenza tra la Rai e le altre tv commerciali. La critica che noi abbiamo indirizzato alla Rai in tutti questi anni è che si era persa un'identità, nel senso che quando si accendeva la tv si faceva davvero un po' di fatica a distinguere tra il servizio pubblico e le tv commerciali". "Quindi -rincara Cestaro- è assolutamente necessario che la Rai riprenda la sua identità di servizio pubblico e in questo per noi il tema principale è quello della produzione. La Rai in qualche modo sta cominciando a farlo, ma deve investire sulla produzione. Dispone di professionalità e tecnologie importantissime, centri di produzione in Italia che sono eccellenti. Abbiamo chiesto al direttore generale che riporti all'interno dei confini nazionali le produzioni appaltate dalla Rai". "Si era infatti ingenerata l'abitudine -aggiunge Cestaro- di spostare le produzioni all'estero con l'obiettivo di abbattere i costi. Un obiettivo meritorio che ha realizzato poi però prodotti qualitativamente molto discutibili". Prodotti che, se 'fatti in casa', spiega il sindacalista, potrebbero fare la fortuna dell'azienda."E' importante -sottolinea- utilizzare e valorizzare le risorse professionali interne. Sto parlando di tecnici e artisti non sempre dipendenti dalla Rai. Le fiction prodotte dalla Rai -aggiunge- possono essere un volano importante per garantire al meglio il ruolo di servizio pubblico della Rai, ma poi se i prodotti sono di qualità garantiscano entrate, commercializzazione anche in ambito mondiale e la copertura dei palinsesti anche nel tempo".