Home Attualità Economia Cna e Confartigianato: soddisfatti per gli atti d’indirizzo aprrovati

Cna e Confartigianato: soddisfatti per gli atti d’indirizzo aprrovati

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La Presidente del Comitato Impresa Donna di CNA e del Gruppo Donne Impresa di Confartigianato esprimono un giudizio positivo rispetto agli atti di indirizzo in materia di contrasto al crescente fenomeno dell'abusivismo e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, presentati dai consiglieri Barbara Bennati e Fabrizio Piervenanzi e approvati in occasione dell'ultimo Consiglio Comunale di Arezzo.

“Da sempre i nostri organi – precisano Erminia Romagnoli di Confartigianato e Rossella Sorini di CNA – hanno posto l'accento sulle preoccupanti dimensioni assunte dal fenomeno dell'abusivismo. Contrastare questa piaga, in collaborazione con gli enti locali della nostra provincia, è sicuramente la strada maestra da percorrere perché altrimenti si rischia di espellere dal mercato le imprese del settore che investono, si qualificano e innovano per dare ai clienti la massima professionalità e competenza. E' pertanto auspicabile che il Comune di Arezzo possa intraprendere nel più breve periodo le azioni conseguenti e che gli altri Comuni della Provincia possano attivarsi nel fare altrettanto.

Quanto alla questione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, le donne sono ancora costrette a fare le ”acrobate” fra impresa, lavoro e responsabilità di cura – continuano le due Presidenti delle donne imprenditrici. La conciliabilità dei tempi viene spesso evocata ma fatica a trovare modalità efficaci di realizzazione ma le proposte approvate dal Consiglio Comunale di Arezzo possono rappresentare un ulteriore passo avanti. Mentre le donne italiane – spiegano Sorini e Romagnoli – dedicano al tempo di lavoro familiare, il maggior tempo di tutta Europa, gli uomini italiani sono gli ultimi in Europa quanto a tempo dedicato al lavoro familiare. Da noi, ci sono i congedi parentali meno pagati (30% contro il 42% in Francia, il 66% in Svezia, il 50% in Danimarca) ed i servizi sono scarsi e poco flessibili. Spesso non si tratta tanto di ampliare il numero dei servizi, c'è piuttosto l'esigenza di rendere l’offerta più flessibile nell’orario e nel calendario e diversificata per rispondere alle diverse esigenze delle diverse famiglie.