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Coldiretti, Cia e Confagricoltura escono dagli ATC

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Coldiretti, Cia e Confagricoltura escono dagli ATC

Il mancato accordo tra la Provincia di Arezzo e le associazioni agricole aretine per un intervento comune a salvaguardia del nostro territorio quasi completamente devastato dalle incursioni degli animali selvatici, porta Coldiretti, Cia e Confagricoltura ad un gesto di rottura: i rappresentanti del mondo agricolo aretino all’interno degli Atc (Ambiti territoriali di caccia) si sono dimessi in segno di protesta rispetto all’inerzia che le Istituzioni locali dimostrano nei confronti di un problema oramai divenuto gravissimo.
La situazione di immobilismo delle Autorità locali preposte alla gestione e alla salvaguardia dei territori e della fauna selvatica, ma anche le preoccupazioni sempre più frequentemente espresse, non solo dagli agricoltori, ma anche da semplici cittadini, costringono le associazioni di categoria dell’agricoltura a scendere in campo per far valere con tutti i mezzi civili a disposizione le ragioni di chi vede giornalmente messa a rischio la propria attività imprenditoriale: un problema sottovalutato da troppo tempo che ha portato – e rischia di portare ancora – all’abbandono di molti territori agricoli. Ciò non rappresenta un male solo di natura agricola, ma anche e soprattutto danni per il territorio, il paesaggio, la sicurezza stradale dei cittadini e l’equilibrio idrogeologico complessivo.
Un primo passo è stato quindi quello delle dimissioni dai tavoli dagli Atc a cui faranno seguito, da subito, altre iniziative di sensibilizzazione a partire da una ampia campagna informativa sui media che attenzioni l’opinione pubblica sui danni sociali e ambientali del fenomeno.
Infatti l’eccessiva presenza di animali sul territorio (cinghiali, caprioli, daini, cervi, lupi, volatili, nutrie, etc.) sta causando danni non più sostenibili agli agricoltori che, spesso, rinunciano alla coltivazione dei propri campi facendo aumentare le superfici di incolto non produttivo e generando risvolti pericolosissimi per il turismo, per la tutela del territorio e del paesaggio. A questo proposito non appare praticabile la recinzione dei terreni, sia perché intralcerebbe il passaggio anche dei cacciatori, sia perché deturperebbe il paesaggio toscano in maniera molto invasiva e lesiva delle peculiarità anche turistiche che tutto il mondo ci invidia.
Per questo il mondo agricolo spera vivamente in un immediato interessamento delle Istituzioni al problema per avviarne la definitiva risoluzione, fermo restando che in assenza di un pronto riscontro potrebbe dar vita anche ad azioni ulteriori di natura ben più impattante sull’opinione pubblica.
Secondo Coldiretti, Cia e Confagricoltura, quindi, occorre porre rimedio al più presto a questa vera e propria calamità – che si aggiunge a quelle altrettanto devastanti legate al maltempo – creando tutte le condizioni per riportare le presenze degli animali selvatici entro le densità sostenibili previste dalla normativa.

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