Roma, 1 lug. (Labitalia) – "Il massimo con le pochissime risorse a disposizione". Questo, in sintesi, il giudizio espresso dai consulenti del lavoro sulle novità introdotte in materia di lavoro dal decreto legge 76/2013, il 'pacchetto lavoro' varato dal governo. Misure che, sottolineano i professionisti, "incideranno sull'occupazione, anche se risulta estremamente difficile valutarne il reale impatto". "Di certo vi è -osservano- la bontà di alcune disposizioni come quelle sui tirocini formativi, sui contratti di prossimità, sul lavoro accessorio e sull'assunzione di lavoratori che fruiscono dell'Aspi. Non si può invece esprimere eguale parere sulla nuova formulazione del contratto a termine e sull'irrigidimento previsto per il recesso di associati in partecipazione e collaboratori a progetto"."Mi pare che sia stato fatto un buon lavoro, in base alle risorse disponibili", afferma Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. "Purtroppo, però, le Pmi avrebbero bisogno – sottolinea – di ben altro per ripartire. Tutto passa dallo sviluppo dell'economia che può fare invertire il trend negativo del Paese. E perchè ciò si realizzi non basta lo sforzo fatto con questo decreto. Ci vuole un deciso intervento sui costi pubblici da cui ricavare ingenti risorse da investire, magari ad esempio per detassare il reinvestimento degli utili".