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Contratti non rinnovabili senza contributi, la proposta di Capaldo

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Roma, 26 apr. (Labitalia) – Una proposta per abbattere la disoccupazione, firmata Pellegrino Capaldo: prevede contratti triennali non rinnovabili e rescindibili, senza motivazione e con un semplice preavviso di 30 giorni; 'burocrazia' zero per i licenziamenti, possibili con una semplice raccomandata a/r; tetto prefissato ai salari, fino a 1.000 euro per un tempo pieno e fino a 500 per 4 ore di part time e nessuna contribuzione ne' alcuna ritenuta fiscale a carico di lavoratori e imprese, che devono però beneficiare di un credito d'imposta del 30% da compensare fiscalmente. Le norme, tutte in assoluta deroga dalle norme vigenti, sono state elaborate dalla Fondazione Nuovo Millennio (http://www.perunanuovaitalia.it/fondazione-nuovo-millennio-per-una-nuova-italia), nata per iniziativa di Pellegrino Capaldo, che punta a trasformare la proposta in un decreto legge.
Ad accedere a questa tipologia contrattuale, si legge, tutte le imprese, i professionisti, le aziende non profit e gli artigiani. A questi ultimi, si legge, "è riconosciuto un credito d'imposta al 30% delle somme corrisposte ai lavoratori assunti in base al decreto che potrà essere compensato con le imposte sul reddito dovute dalle imprese". Sul salario, in particolare, la proposta prevde un range tra gli 800 e i 1.000 euro mensili in caso di contratto a tempo pieno e una forbice tra le 400 e i 500 euro al mese in caso di contratto a tempo parziale. Importi, questi, tutti al netto della tredicesima o di altra mensilità aggiuntiva.E' inoltre possibile, per le imprese, trasformare i contratti triennali in contratti a tempo indeterminato ma solo se, "nelle more delle loro validità, il datore di lavoro opera licenziamenti di dipendenti già in forza". Nessuna contribuzione è prevista a carico dei lavoratori o delle imprese alle quali penserà invece lo Stato che vi provvederà mediante "cessione di immobili di proprietà, scelti e valutati in contraddittorio". Né la proposta indica la copertura finanziaria dovuta all'assenza di ritenute fiscali a carico dei lavoratori assunti: "Si tratta di proventi che comunque lo Stato non avrebbe incassato", si legge, mentre resta da individuare la copertura relativa al credito d'imposta richiesto per gli artigiani che però, si legge ancora nell'appunto, "non sembra essere un grande problema".