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Cosa succede ai centri diurni del comune? fermiamo i tagli

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Cosa succede ai centri diurni del comune? fermiamo i tagli

La politica dei tagli al sociale imposta dal governo e subito o accettata dalle amministrazioni locali inizia concretamente a farsi vedere anche ad Arezzo. Indicativa è la vicenda del centro giovani di Villa Severi e del tentativo di sostituire forza lavoro ricorrendo al volontariato. Vorremmo adesso spostare l’attenzione delle forze politiche e della pubblica opinione su quello che sta accadendo nei centri diurni del comune che si occupano di persone con forti handicap o non autosufficienti. Stiamo cioè parlando dei soggetti più deboli , i cui diritti andrebbero garantiti tanto più in tempi di crisi. Nel Luglio 2012 il Comune di arezzo (ma il tema è a cavallo tra sociale e sanità e dunque riguarda anche la Asl) ha svolto un appalto per la gestione dei 4 centri diurni : 3 affidati alla cooperativa Progetto 5, 1 alla cooperativa Agorà.
In particolare su quelli affidati alla Progetto 5 (Villa Chianini, i Falciai e Il Mosaico) si è avviato un piano di ridimensionamento del servizio e del personale. Un taglio lineare piuttosto pesante , del 40-50% dell’attività svolta e si è assunto tale iniziativa facendosi scudo del regolamento regionale 15/R (regolamento di attuazione della legge regionale 41/2005) che stabilisce i livelli minimi di assistenza al quale l’amministrazione comunale ha deciso di attestarsi. Si noti che in tutti e tre i centri i livelli di assistenza erano superiori e consolidati nel tempo, e per superiori non intendiamo un lusso, ma una assistenza di qualità tesa ad alleviare il disagio di utenti e familiari . Delle 13700 ore annue stabilite a suo tempo per gli assistenti di base vengono così cancellate 3600 ore. Delle 8900 ore degli educatori professionali vengono cancellate 5354 ore (ovvero il taglio di tre educatori su cinque).
Questi tagli rischiano tra l’altro o di comportare una riduzione dell’orario del servizio (oggi dalle 8 alle 18.30) o la cancellazione del servizio prestato il sabato (dalle 8 alle 13). Il paradosso è che si è scaricato sui familiari la responsabilità o meno di tenere aperto il sabato o di ridurre l’orario dei giorni infrasettimanali. Una operazione molto discutibile che ha finito per mettere in contrapposizione i bisogni degli uni con i bisogni degli altri. I familiari hanno avuto cinque minuti per votare e neanche a votazione segreta.
In più resta sullo sfondo, un progetto più volte accarezzato, di chiudere i centri diurni e concentrarli nel centro di Agazzi, proposta che per il momento sembra accantonata ma che rischia di riproporsii (magari con il pretesto che Villa Chianini è inagibile).
I gruppi provinciali e comunali della Federazione della Sinistra e di Sinistra per Arezzo chiedono l’apertura di un confronto pubblico sul ruolo e il destino dei centri diurni. Chiedono il blocco dei tagli e dei licenziamenti affinché non sia disperso un servizio di assistenza ai cittadini fondamentale. Non si può cominciare a tagliare i servizi partendo dai soggetti più deboli. Chiediamo al sindaco Fanfani di cambiare strada, di percorrere , insieme ai sindacati e alle lavoratrici e ai lavoratori della Progetto 5 un percorso che salvaguardi il servizio e il posto di lavoro.
I capigruppo della Federazione della Sinistra e di Sinistra per Arezzo in consiglio provinciale e comunale

Alfio Nicotra e Gianni Mori

Articlolo scritto da: Alfio Nicotra e Gianni Mori