Home Cronaca Costa Concordia, anche il 118 presente alle manovre di raddrizzamento

Costa Concordia, anche il 118 presente alle manovre di raddrizzamento

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AREZZO – La richiesta è arrivata al 118 di Arezzo direttamente dal prefetto Franco Gabrielli, capo della protezione civile e commissario straordinario per la rimozione del relitto della Concordia. Lunedì quando inizierà il complicatissimo raddrizzamento della nave, davanti all’imbocco del porto dell’isola del Giglio, con quasi mille persone presenti nel cantiere, alla Asl di Arezzo è stato chiesto di mettere a disposizione la squadra aretina del 118 attrezzata con tenda e strutture NBCR. Nbcr significa: N nucleare, B biologico, C chimico e R in Europa inteso come radiologico, negli Stati Uniti come “rischio” e quindi la lettera R sarà l’abbreviazione della frase:”Release Other Than Attack” ossia rilascio di qualsiasi sostanza chimica biologica o nucleare al di fuori di un attacco militare e/o terroristico. Tutto questo si traduce nel rischio che qualsiasi area industriale può far sorgere per le persone che vi operano all’interno e per la popolazione prospiciente l’area industriale stessa. In questo caso si vuole essere pronti qualora nelle operazioni che, meteo permettendo inizieranno lunedì mattina all’alba, si dovessero verificare impreviste fuoriuscite di materiali inquinanti di varia natura, contaminando operatori che sono impegnati nel cantiere.
Insomma, nel predisporre il raddrizzamento della nave si sta pensando proprio a tutto, anche a ciò che sembra oggi impossibile.
E per questo Gabrielli si è rivolto al 118 di Arezzo che è l’unico nell’area vasta Sud Toscana ad essere munito di questa attrezzatura. Il trasferimento avverrà nella giornata di domani, sabato.
Al Giglio la squadra sarà formata da sanitari della centrale e da volontari della Misericordia di Monte San Savino.
La struttura aretina fu impegnata anche nella notte del naufragio della Costa Concordia. 25 in quella occasione i medici, gli infermieri e i volontari giunti a Porto Santo Stefano con cinque ambulanze e un ospedale da campo, per dare assistenza ai tanti naufraghi che venivano portati sulla terra ferma dopo una notte all’agghiaccio nel porto del Giglio. In quella occasione fu data assistenza per piccole ferite e contusioni e soprattutto per problemi di respirazione e malori sopraggiunti dapprima sulla nave inclinata e poi al porto in attesa del trasferimento.