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Cotarella: più attenzione per lavoro enologi, immagine Italia vera

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Roma, 11 giu. (Labitalia) – "Al governo chiediamo sensibilità e attenzione, non solo per la categoria degli enologi, ma in generale per il nostro mondo, il mondo del vino. Capire quanto sono importante il vino e la viticoltura è fondamentale, e non solo per un discorso economico, ma anche per dare dell'Italia un'immagine vera, seria, pulita, naturale, proprio attraverso i professionsiti del vino, atttaverso gli enologi". Ad affermarlo a Labitalia è Riccardo Cotarella, uno degli enologi italiani più affermati nel mondo, e nuovo presidente dell'Associazione enologi ed enotecnici italiani.
Consulente di tanti importanti aziende in Italia e all'estero, e alla guida della cantina di famiglia Falesco (con il fratello Renzo, direttore generale della Marchesi Antinori), nonché nominato Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 2008, Cotarella è, tra le altre cose, docente all'Università della Tuscia. Un osservatorio privilegiato, dal quale accompagna tanti giovani in questa professione.
"Tutti gli anni – racconta – dalla mia facoltà escono 25-30 enologi laureati. Oggi l'agroalimentare è il comparto che porta più prodotto lordo vendibile alla nostra nazione e al suo interno è il vino che la fa da padrone. Il vino non tramonta mai, i consumi aumentano. Ed è un marcatore di territorio Oggi in Italia si producono tante cose nell'agroalimentare, ma anche nell'industria e nell'artigianato, ma non c'è niente che marca il territorio più di un vino: anche un piccolo comprensorio è personalizzato dal suo vino e dalle persone che stanno dietro al vino". Una professione, quella di enologo, che negli anni si è trasformata. "La nostra categoria – sottolinea – è tra quelle che maggiormente ha avuto un'evoluzione a 360 gradi rispetto alla storia anche recente. Fino a 20-30 fa, l'enologo era colui che girava per cantine, studiava dei processi molto sommari, anche perché non era a conoscenza di tutto ciò che poi la scienza ci ha messo a disposizione". "Oggi l'enologo – spiega – si interessa di tutto ciò che è il comparto vino, non soltanto della parte tecnica, e in maniera molto più scientifica di prima, ma si interessa di comunicazione, di promozione, di dare cultura al vino. E', quindi, sicuramente, la figura più adatta per far sì che il vino un momento di grande acculturamento e di grande passione per chi lo ama".Tra i tanti progetti vinicoli seguiti con successo da Cotarella, oltre a quello della sua azienda umbra, Falesco, ci sono anche alcuni che uniscono al vino anche un grande impegno sociale, come quello della cantina Cremisan, in Terra Santa, vicino a Gerusalemme, che in una terra difficilissima vede lavorare fianco a fianco ragazzi italiani e palestinesi, o la collaborazione per l'attività vinicola della Comunità di San Patrignano. Tra le altre cose, Cotarella è stato eletto 'Winemaker of the year' nel 2001 dalla rivista 'Wine Enthusiast', e definito "uno dei personaggi del vino più influenti al mondo" da 'The Wine Advocate'.

Articlolo scritto da: Adnkronos