Home Nazionale Farmaci: pillole per la memoria ‘bocciate’ nell’uso a lungo termine

Farmaci: pillole per la memoria ‘bocciate’ nell’uso a lungo termine

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Milano, 16 set. (Adnkronos Salute) – Assumere farmaci per la memoria, in gergo tecnico 'potenziatori cognitivi', non garantisce effetti a lungo termine nelle persone che soffrono di lievi deficit cognitivi. In questi pazienti, inoltre, la terapia produce un numero significativamente maggiore di effetti collaterali come nausea, diarrea, vomito e mal di testa. A bocciare il profilo costo-beneficio degli stimolatori cognitivi è una metanalisi condotta dai ricercatori del St.Michel's Hospital di Toronto, pubblicata sul 'Canadian Medical Association Journal'. "I nostri risultati non supportano l'uso a lungo termine di questi farmaci nei pazienti con lievi deficit cognitivi", affermano Andrea Tricco e Sharon Straus, autrici della ricerca che ha analizzato i risultati di 8 studi di confronto tra uno di questi medicinali (fra donepezil, rivastigmina, galantamina e memantina) e placebo. Mentre a breve termine sono stati osservati benefici, questi non sono stati confermati nel lungo termine, dopo circa un anno e mezzo di osservazione. Si stima che a soffrire di lievi deficit cognitivi siano circa 4,6 milioni di persone nel mondo (dal 3 al 42% della popolazione), e che ogni anno dal 3 al 17% di questi pazienti sviluppi Alzheimer o altre forme di demenza. E' stato ipotizzato che una terapia a base di potenziatori cognitivi possa ritardare l'insorgenza di demenza e le richieste da parte delle famiglie aumentano. Una domanda che non sarebbe però supportata dai risultati, secondo lo studio del team di Toronto finanziato dal Network canadese per l'efficacia e la sicurezza dei farmaci, parte dei Canadian Institutes of Health. Gli stessi ricercatori, in un lavoro pubblicato in aprile sempre sul 'Cmaj', hanno concluso che farmaci, prodotti a base di erbe o vitamine non prevengono il declino cognitivo negli anziani sani.