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Flc Cgil, per Lombardia 1.838 posti di ruolo sono niente

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Milano, 22 ago. (Labitalia) – Milleottocentotrentotto posti per l'immissione in ruolo docente per la Lombardia sono "niente" rispetto al fabbisogno, dato che "i posti liberi e vacanti nella regione sfiorano i 16mila". Lo sottolinea Ezio Corrado Barachetti, segretario generale regionale della Flc (Federazione Lavoratori della Conoscenza) Cgil Lombardia. Dei 1.838 posti assegnati alla Lombardia a partire dal prossimo anno scolastico, spiega il sindacalista, "188 sono per l'infanzia, 565 per la primaria, 382 m per la scuola media di primo grado, 423 per la media di secondo grado, 7 educativi e 273 di sostegno. L'insieme corrisponde al 16,3% del totale messo a disposizione del governo, che รจ pari a 11.268"."Se anche tutti i 11.268 posti – continua Barachetti – fossero stati assegnati alla Lombardia, non avremmo potuto dichiararci soddisfatti in considerazione del fatto che i posti liberi e vacanti nella nostra regione sfiorano i 16mila. Quel che c'e' stato concesso e' un niente rispetto al bisogno urgente di stabilita' per la nostra regione. Non conosciamo le ragioni per le quali l'assessore regionale Valentina Aprea e il direttore generale Usr Lombardia Francesco De Sanctis si possano dire soddisfatti di quanto e' stato affidato alla nostra regione"."Facciamo fatica a comprenderlo – continua Barachetti – tanto piu' quando sentiamo parlare, nelle loro dichiarazioni, di un numero soddisfacente di circa 3mila posti, dato quest'ultimo assolutamente non corrispondente a quanto riportato nelle tabelle ufficiali fornite durante l'incontro di ieri a tutte le organizzazioni sindacali nazionali". "Per l'andata a regime del piano nazionale delle assunzioni – prosegue il sindacalista – a noi mancano ancora 4.500 posti. Certo, non sono ancora i 16mila che mancano effettivamente, ma di sicuro avremmo apprezzato di piu' un simile dato piuttosto che quello consegnatoci. C'e' di certo una volonta' politica, tragicamente in continuita' con i governi precedenti, nel non voler considerare la scuola pubblica come un serio investimento attraverso il quale affrontare gli strati piu' profondi di questa pesante crisi economica"."Siamo – sottolinea Barachetti – un Paese in forte deficit di competenze, sempre piu' di basso profilo professionale e sempre piu' votato a soddisfare il fai da te anziche' forti scelte pubbliche di rilancio dell'istruzione pubblica. Dalla crisi deve uscire l'insieme del Paese e non solo alcuni. Solo cosi' possiamo pensarci protagonisti in Europa, con una forte ripresa di investimenti nell'istruzione, nell'Universita' e nella ricerca pubblica"."Il nuovo anno scolastico – conclude il sindacalista – ci vede, come Regione Lombardia, purtroppo ancora primeggiare per una serie di dati negativi: dovremo nominare piu' di 20mila persone per completare il quadro docente e Ata; avremo ancora il piu' alto tasso nel rapporto docenti di sostegno e alunni H, pari a 1 / 2,29; il 40 % di istituti sara' ancora governato in reggenza, ovvero, senza dirigenti titolari; il 60% degli edifici scolastici continueranno a non essere a norma di sicurezza; il costo medio delle tasse d'istituto e' in rialzo, e gia' ora sfiora la media dei 160 euro; le risorse per le borse di studio, che ora premiano solo pochi intimi, stanno subendo una continua erosione cosi' come le risorse per il diritto allo studio, che continuano ad essere tagliate e sono ormai giunte al 50% rispetto a quattro anni fa".