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Forte aumento di accessi al Pronto Soccorso del San Donato

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Forte aumento di accessi al Pronto Soccorso del San Donato
Pronto Soccorso

AREZZO – Da una media di 180 si è passati a 220, fino a punte di 245 come è stato ieri: sono questi i numeri di accessi al Pronto soccorso di Arezzo che in poche settimane, come ogni estate, hanno avuto una impennata.
Forse perchè ci sono più incidenti? Forse perché ci sono più infarti o ictus? No, nulla di tutto questo: stanno crescendo a dismisura i codici minori (ieri 199 su 245, erano codici minori, cioè l’81,2%) .

Insomma, codici verdi, bianchi e azzurri, con patologie che di norma potrebbero e dovrebbero in grandissima parte essere curate dal proprio medico di famiglia e non ad un pronto soccorso. Ovviamente la scelta spetta al cittadino, nessuno può imporre di andare da una parte o dall’altra. Ma trattandosi proprio di prestazioni ambulatoriali ordinarie, la Regione Toscana da qualche anno pretende il pagamento di un ticket (salvo bambini e traumatizzati). Non è ovviamente solo un problema di ticket: la gestione di un afflusso così importante mette a dura prova sia gli operatori che i cittadini stessi. Tanto che qualche volta rischia di diventare anche un problema di ordine pubblico, con i cittadini in attesa che protestano, a volte in modo civile, altre volte in modo aggressivo, per non essere presi in carico in tempi ritenuti accettabili.

Solitamente, le richiesta di assistenza al pronto soccorso vanno via via aumentando dalla tarda matti nata, sino alla sera, dalle 20,30 in poi fino alla mezzanotte (44 gli accessi di ieri sera in questa fascia oraria). Ed è proprio in questi momenti che la situazione a volte diventa complicata. I medici in servizio al Pronto soccorso sono quattro fino alle 22,00 e tre dalle 22,00 in poi. Ogni medico ha una precisa delega (dal reparto di emergenza urgenza ai codici maggiori, fino ai codici minori). C’è flessibilità per cui sia i medici che gli infermieri, si spostano nell’area con maggiori richieste inevase una volta espletate le proprie funzioni di riferimento. Ma in certe ore di punta tutto questo non basta. L’Azienda ha compiuto grandi investimenti nel pronto soccorso, sia dal punto di vista strutturale che organizzativo, sta valutando una ulteriore ottimizzazione degli orari, che comunque potrà solo rappresentare un tampone. Il problema vero è la quantità di accessi per patologie non proprio da pronto soccorso. In questo ambito si sta lavorando alla attivazione del triage infermieristico in pronto soccorso, alla diffusione nel territorio degli ambulatori di continuità assistenziale aperti il sabato e la domenica (già partita una prima sperimentazione in valdarno con risultati ottimi sulla riduzione degli accessi al pronto soccorso per codici minori), alla apertura degli ambulatori nelle Case della Salute sulle 12 ore quotidiane.
Ma tornando ai problemi di oggi, quando l’attesa per i codici minori al pronto soccorso diventa effettivamente lunga, gli animi si surriscaldano e le proteste crescono, non sempre con modi garbati.

Ieri sera (come altre volte quando a chiamarli sono i sanitari a fronte di utenti troppo aggressivi) sono intervenuti anche i carabinieri, sollecitati da alcuni utenti. Il loro intervento è servito a placare gli animi anche perché nessuno ha commesso infrazioni o reati. Lo sfoltimento delle liste di attesa è stato poi garantito dall’arrivo di tre medici, compreso il primario, richiamati da casa.

L’Azienda da parte sua lancia un appello ai cittadini: “Nel sottolineare che per le patologie importanti (codici giallo e rosso), l’attesa in genere è pari a zero o solo a qualche minuto, per gli altri codici, i cui numeri in certe ore del giorno e soprattutto la sera sono ormai fuori da ogni controllo, si valuti bene se non è meglio rivolgersi al proprio medico, o si metta comunque in conto che si possono avere anche attese piuttosto lunghe. E che l’atteggiamento aggressivo nei confronti del personale, non porta certo ad un rimedio della situazione”.