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Giostra: presentata la Lancia d’Oro

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Giostra: presentata la Lancia d’Oro

È stata presentata questa mattina alle ore 11 nella sala di Consiglio di Palazzo Cavallo, la lancia d’oro in premio per l’edizione di settembre della Giostra del Saracino. È dedicata a Giuseppe Verdi in occasione del secondo centenario della nascita ed è stata adottata dalla Cadla spa del gruppo Despar in ricordo di Ennio Giannetti fondatore della Cadla.
“Una lancia particolarmente bella- ha detto il Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani. I miei ringraziamenti vanno a chi ha ideato il bozzetto, Filippo Meligrana, a chi l’ha realizzata il Maestro Francesco Conti e a chi l’ha adottata garantendone la realizzazione e quindi alla famiglia Giannetti e alla loro storica azienda Cadla, del gruppo Despar”.
Il Sindaco Giuseppe Fanfani ha poi sottolineato il valore della dedica a Giuseppe Verdi. È stato poi il consulente storico della Giostra, Luca Berti ad illustrare la simbologia racchiusa nell’impugnatura e nell’asta.
Carlo Giannetti, amministratore delegato della Cadla Spa gruppo Despar ha inteso motivare le ragioni per le quali l’azienda ha adottato il trofeo in palio per domenica 1 settembre: “Siamo una realtà aretina che opera nel territorio, nel settore dei supermercati con l’insegna Despar, da più di 40 anni. La nostra azienda è stata fondata da nostro padre Ennio Giannetti a cui abbiamo dedicato il ricordo con questa sentita collaborazione”.
“Cadla – ha proseguito Giannetti – è un’azienda radicata nel territorio, all’interno della quale lavorano tra Arezzo e provincia oltre 500 persone su un totale di 1200 persone. Per rendere concreto il nostro legame con la città abbiamo ritenuto giusto contribuire a questa iniziativa adottando la lancia d’oro di settembre, con l’auspicio di poter vincere anche noi una lancia d’oro nel cuore degli aretini”.
Alla cerimonia hanno partecipato anche l’assessore alla Giostra Francesco Romizi, Angiolo Agnolucci presidente dell’Istituzione Giostra del Saracino, Francesca Severi responsabile Marketing Cadla spa del gruppo Despar, i rettori dei quartieri e Francesco Conti, intagliatore del trofeo.

Giuseppe Verdi (1813-1901)
La ‘lancia d’oro’ della Giostra della Madonna del Conforto anno 2013 (126a edizione dell’età contemporanea) è dedicata al compositore Giuseppe Verdi, nel secondo centenario della nascita.
Nato a Roncole di Busseto il 10 ottobre 1813 in una modestissima famiglia, privo di regolari studi musicali, Giuseppe Verdi esordì alla Scala di Milano nel 1839 con Oberto, conte di San Bonifacio, cui seguì Un giorno di regno (1840); ottenne i primi successi col Nabucco (1842) e I lombardi alla prima crociata (1843); brani dei quali saranno adottati, nel clima patriottico di quegli anni, come inni risorgimentali. Nel periodo successivo (che Verdi avrebbe chiamato “gli anni di galera”) si impegnò in un’attività frenetica per farsi largo sul mercato operistico: tra 1844 e 1850 ben undici opere (Ernani, I due Foscari, Giovanna d’Arco, Alzira, Attila, Macbeth, I masnadieri, Il corsaro, La battaglia di Legnano, Luisa Miller, Stiffelio), nelle quali, avvalendosi di librettisti come Solera, Cammarano e specialmente Piave, assunse in toto il vecchio meccanismo melodrammatico, con le sue semplificazioni e le sue iperboli, sfruttandolo al meglio con sicuro piglio teatrale e precisa sensibilità per il gusto del pubblico.
Dominatore incontrastato dell’opera italiana dopo la morte di Donizetti, Verdi coronò questa prima fase con tre capolavori di essenzialità e concentrazione drammatica: Rigoletto (1851), Il trovatore (1853), La traviata (1853). Il rallentamento della produzione negli anni successivi si accompagnò a un cauto aggiornamento, una scelta più critica dei mezzi, maggiore cura delle funzioni orchestrali (I vespri siciliani, 1855), più articolata caratterizzazione dei personaggi (Simon Boccanegra, 1857; Don Carlos, 1867), ampliamento delle strutture drammatiche e assunzione di moduli del grand-opéra (Un ballo in maschera, 1859; La forza del destino, 1862; Aida, 1871).
Nei due ultimi capolavori (Otello, 1887, e Falstaff, 1893, su libretti di Arrigo Boito) basati su un libretto declamato drammatico e sul potenziamento della parte orchestrale, Verdi elaborò un moderno linguaggio teatrale in grado di far fronte ai nuovi orizzonti aperti da Wagner. Tra i lavori non teatrali: Il Quartetto per archi e la Messa di Requiem, scritta per la morte di Alessandro Manzoni (1874). Verdi morì a Milano il 27 gennaio 1901.

Il bozzetto è opera dell’artista Filippo Meligrana, vincitore del relativo concorso di idee. Già vincitore nel 2010 per la lancia d'oro dedicata all’Accademia Petrarca, si aggiudica il concorso per l'edizione di settembre 2013. Con il suo bozzetto ha voluto celebrare il duecentesimo anniversario della nascita di Giuseppe Verdi sintetizzando in un unico studio l'arte e l'uomo: uno spartito, a rappresentare l'arte compositiva, si avvolge intorno alla lancia riproducendo la nota immagine di Verdi ritratto da Giovanni Boldini, nella caratteristica posa con sciarpa e cilindro.
Filippo Meligrana, classe 1981, è nato a Roma dove vive dal 2000 e lavora come Art Director presso la Madvertising, agenzia pubblicitaria di cui è socio dal 2009. Il suo cuore è legato però anche alla Calabria e al suo piccolo paese Parghelia, confinante con la più rinomata Tropea, dove ha vissuto sino al termine degli studi liceali.
La nascita del legame con la città di Arezzo risale al periodo universitario romano, dove si è laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università di Roma "La Sapienza" e dove ha incontrato tante persone di Arezzo, diventati col tempo "amici speciali e insostituibili".