Home Attualità Economia ‘I tabacchicoltori in Valtiberina rispettano l’ambiente e promuovono il territorio’

‘I tabacchicoltori in Valtiberina rispettano l’ambiente e promuovono il territorio’

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‘I tabacchicoltori in Valtiberina rispettano l’ambiente e promuovono il territorio’

In Valtiberina si produce il miglior tabacco Kentucky al mondo, quello che risulta avere il minor livello in assoluto di residui per quanto riguarda i pesticidi e che porta a realizzare parecchi milioni di sigari toscani destinati al mercato mondiale.
I tabacchicoltori – spiega la Coldiretti di Arezzo – sono da anni in prima linea nel processo di modernizzazione delle aziende e, in alcune zone della provincia, si sono indirizzate verso produzioni di altissima qualità lavorando, come in Valtiberina, per mantenere una tradizione unica al mondo, che è quella della coltivazione del tabacco per il famoso Sigaro Toscano fatto in Italia utilizzando appunto il Kentucky.
Molti investimenti recenti sono stati rivolti – insiste Coldiretti Arezzo – alla realizzazione di nuove strutture per la lavorazione, trasformazione e stoccaggio del tabacco, rispettando modalità costruttive, ambiente e normative edilizie. Ed è proprio in relazione alla realizzazione di questi annessi necessari alla lavorazione del prodotto che si è lavorato in senso ecologico: i permessi per costruire, rilasciati a seguito della presentazione di altrettanti Piani di Miglioramento Agricolo Ambientali, hanno portato alla creazione di alberature, siepi e interventi di regimazione idrica, consentendo un notevole miglioramento ambientale e paesaggistico, oltre a scongiurare l’abbandono delle superfici coltivate con conseguente perdita dell’unicità dei paesaggi e dei territori anghiaresi riconosciuti in tutto il mondo.
Sembra però che questo processo, questo sforzo e questi sacrifici fatto quotidianamente da persone che qualcuno definisce “i manutentori della terra” non vengano apprezzati proprio da tutti. Sembra ci sia qualche soggetto che, a fronte di interessi personali o di altra natura, provi a criminalizzare l’attività dura e pesante degli agricoltori; qualcuno vorrebbe far passare il concetto orami superato perché falso scientificamente che gli agricoltori inquinano e deturpano. Le imprese agricole coltivano, preservano, manutengono e tengono vivo il paesaggio e il territorio. C’è da domandarsi cosa sarebbe la Toscana, Arezzo e la Valtiberina se il territorio fosse abbandonato, se le coltivazioni sparissero, se le manutenzioni per lo scolo delle acque finissero, se non si producessero più i tanti prodotti alimentari – e non – che sono tra i pochi baluardi di Made in Italy nel mondo che il mondo stesso ci riconosce e ci invidia. L’unica risposta a questa domanda è che forse risolveremo “solo” il problema dei selvatici perché neanche più loro abiterebbero negli incolti e nelle sterpaglie. Se questo è l’interesse di queste poche persone che vadano avanti. Forse, però abbiamo bisogno di un'altra gestione del territorio, di una nuova modalità di fare impresa, di riuscire a coniugare il lavoro agricolo con la sostenibilità delle sue colture, di provare ad avere una visione lunga e ampia, senza scendere in falsità e pregiudizi di alcuni che fanno male all’intero territorio e all’intera collettività. Per questi motivi continueremo a vigilare attentamente perché nessuno più dia voce a speculazioni politiche di basso profilo, senza fondamento alcuno che sta generando solo fibrillazioni e falsi allarmismi assolutamente infondati.