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Il teatro mantiene giovani

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Egli, infatti, pur avendo spento da pochi giorni ben ottanta candeline, dirige con perizia e vigore la Compagnia Primancera, mettendo in scena, in occasione della seconda serata fuori concorso della XVIII edizione del Festival Nazionale di Teatro Spontaneo, Venerdì 22 Marzo alle ore 21.15 presso il Centro di Aggregazione Sociale Fiorentina, Via Vecchia 11 – dentro porta S. Clemente – lo spettacolo di Pier Francesco Greci, “La villeggiatura”. L’ingresso è gratuito.
La storia è ambientata nel contado della Val di Chiana, durante gli anni Venti.
Pasquale e la Beppa, ben assortita coppia di contadini, con cinque figli, tra cui Silvano e Silvana, si trovano a contrapporre il proprio contesto di semplicità bonacciona, ma assai arguta, con il mondo della nuova classe borghese interessata al benessere e alla ricchezza. La famiglia benestante del ragioniere Ermenegildo, composta dalla moglie, signora Edvige (sempre portata agli svenimenti) e dalla figlia Kati, si reca in villeggiatura in una casa padronale acquistata presso l’abitazione del contadino Pasquale. La figlia di quest’ultimo, Silvana, attratta dalla scoperta di molte “modernità” tipo il bidet o il caffè usato al posto del famigerato “bevarone” di ghiande, andrà in città al servizio dei signori. Dal canto suo Kati, la figlia del ragioniere e della signora Edvige, scoprirà che l’aria di montagna tira su certi giovanotti che, nel caso di Silvano, oltre che selvaggi, possono essere anche gentili e dabbene. Alla fine, dopo l’interessamento del ragionier Ermenegildo ai progetti di Silvano, a cui aderirebbe finanziariamente molto volentieri, e dopo una trentina di svenimenti della signore Edvige, i due giovani convoleranno a giuste nozze, segno evidente di un mondo che cerca di cambiare, andando oltre la divisione delle classi sociali.
La scelta del testo dialettale, messo in scena per la prima volta nel 1992, nasce per la volontà di rendere omaggio al suo autore, Pier Francesco Greci, aretino doc e perfetto conoscitore degli usi e costumi, nonché del linguaggio vernacolare della Val di Chiana. Lo sforzo filologico nel ricercare idiomi e inflessioni del vernacolo del nostro contado connota l’opera di schietta spontaneità e contribuisce a salvaguardare un patrimonio culturale, che altrimenti andrebbe perduto.