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Iodoprofilassi, studio pilota in due comuni del Casentino

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Iodoprofilassi, studio pilota in due comuni del Casentino

"Poco sale ma iodato". E’ questo il messaggio da diffondere secondo gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Oltre 2 miliardi di persone nel mondo, infatti, sono ancor oggi esposti alla carenza nutrizionale di iodio. Ed anche nel nostro Paese, nonostante il programma nazionale di iodoprofilassi avviato sei anni fa, persiste una condizione di carenza nutrizionale di iodio che, seppure non severa, continua a determinare un’alta frequenza di gozzo e di altri disordini correlati alla iodocarenza.
La necessità di un adeguato apporto nutrizionale di iodio deriva dal fatto che tale elemento è il costituente essenziale degli ormoni tiroidei, la tiroxina e la triiodotironina. La carenza nutrizionale di iodio compromette la funzione tiroidea determinando quadri morbosi tra i quali il più frequente è il gozzo, e danni neurologici evitabili che si manifestano con una ridotta capacità intellettiva, uno scarso rendimento scolastico e una minor capacità lavorativa.
Perché uno studio in Casentino
Nel 2005 è stato pubblicato uno studio in cui, sulla base di una valutazione effettuata su oltre 39mila neonati toscani sottoposti allo screening neonatale sull’ipotiroidismo, è risultato che il rischio di carenza iodica in Casentino rispetto alle altre zone è nettamente più elevato (11,8%, rispetto al 5,4% di Arezzo, 5,7% Sansepolcro, 2,7% Montevarchi).
Nel 2006 è stato fatto uno studio preliminare su 50 donatori di sangue casentinesi, quindi persone da considerare sane, ed i valori della ioduria riscontrati sono risultati nettamente inferiori a quelli raccomandati dall’OMS.
Nel 2011 è stata controllata la ioduria in 156 donne casentinesi in gravidanza: è risultato che nel primo trimestre l’82% delle donne ha valori inferiori a quelli consigliati dall’OMS. Nel secondo e terzo trimestre tale percentuale si è ridotta rispettivamente al 61% ed al 67%. E’ comunque da concludere che la maggioranza delle donne casentinesi in gravidanza non ha un adeguato apporto iodico.

Lo studio pilota
L’obiettivo primario dello studio pilota promosso dall’Azienda sanitaria nei comuni di Stia e Pratovecchio (responsabili scientifici: Giulio Ozzola, Ricci Susanna, Giglio Evaristo), è quello di incentivare una maggiore consapevolezza sull’utilizzo del sale iodato, accanto ad una valutazione epidemiologia della carenza iodica nelle popolazioni dei due comuni.

La prima parte del progetto, svolta in collaborazione con i dirigenti della Scuola primaria di secondo livello di Stia e Pratovecchio (Prof.ssa Graziella Bruni) e già conclusa, prevedeva la somministrazione di un breve questionario agli studenti della Scuola Media (120 studenti), senza che questi avessero ricevuto alcuna informazione specifica in merito.

Ad oggi hanno riempito il questionario 116 studenti e ne risulta che solo il 45% di questi fa uso abituale di sale iodato. Un dato che coincide con quelli della vendita di sale nei comuni interessati (45% iodato- 55% non iodato).
Nella ultima settimana di gennaio saranno raccolti campioni di urina ed avviato il relativo dosaggio per verificare se l'apporto alimentare di iodio è adeguato o meno.

Prima della fine dell’anno scolastico, i risultati conseguiti verranno illustrati a studenti e genitori in una serie di incontri finalizzati a promuovere l’importanza dello iodio nella alimentazione e le principali patologie da carenza iodica. Naturalmente, ogni studente potrà ritirare il proprio referto.