Home Nazionale La crisi pesa su palestre tra pacchetti rateizzati e rinnovo attrezzi bloccato

La crisi pesa su palestre tra pacchetti rateizzati e rinnovo attrezzi bloccato

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Roma, 8 lug. (Labitalia) – "Tra pacchetti rateizzati e rinnovo del parco attrezzi bloccato, la crisi si sente anche nelle palestre". Lo dice a Labitalia Stefano Carlini, formatore internazionale e tra i responsabili della Federazione italiana fitness, facendo il punto sull'andamento del settore. "Da 10 anni – fa notare – ai clienti si propongono pagamenti rateizzati. Anche se non possiamo quantificarne l'incremento, sicuramente è una pratica sempre più usata, visto che di soldi non ne girano più tanti come prima". "Una tendenza, quella della rateizzazione, che, comunque, negli anni – avverte – è cambiata. Mentre prima si poteva chiedere qualche garanzia in più con il contratto di lavoro, adesso sono sufficienti le coordinate bancarie da cui la palestra, ogni mese, provvede a ritirare la cifra"."Con la crisi che c'è – ammette Stefano – non sono molti che possono esibire un contratto a lunga scadenza, per non parlare di un tempo indeterminato. Così, per le casse delle palestre è molto meglio affidarsi alla serietà degli iscritti, anche perchè raramente gli insolventi si iscrivono in palestra. Del resto, una rata non supera mai i 60 massimo 70 euro, una cifra che si può sostenere mensilmente". "Sicuramente – continua Stefano Carlini – agli italiani piace andare in palestra, anche se il boom degli anni '80 è molto lontano. La gente va un po' meno in palestra, ma il settore ancora non ne risente troppo. Tuttavia, come conoscitore del settore, posso affermare che la crisi c'è, eccome. Basta pensare alle piccole e medie imprese produttrici di attrezzi e macchinari per palestre che, in pochi anni, sono state costrette a chiudere"."Infatti – osserva – sono poche le strutture che possono permettersi il rinnovo periodico del parco attrezzi. Una situazione che si ripercuote anche sulla situazione occupazionale degli addetti che, nella maggior parte dei casi, preferiscono lavorare in nero per riuscire a raggiungere, nel migliore dei casi, i 2.000 euro".E tra pilates e spinning, secondo Carlini, "respirare l'atmosfera di un club sportivo, soprattutto se non molto grande, offre la possibilità di fare amicizia, di sentirsi bene e, perchè no, anche di trovare l'anima gemella". "Diverso – dice – quando parliamo di 3.000 o 5.000 iscritti, dove ognuno corre sul suo 'tapis roulant' con l'auricolare del cellulare, in stretto contatto con l'ufficio. In questo caso, si perde la percezione di un ambiente che è bello e comunque 'carico' anche se i soldi non sono più quelli di una volta".