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La mattina con Don Luigi Ciotti

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La mattina con Don Luigi Ciotti

Ci sono a volte degli incontri che lasciano il segno dentro di noi e ai quali ripensiamo e continuiamo a riflettere anche nei giorni successivi perché ci rendiamo conto che quello che è stato detto è importante, ci riguarda da vicino, riguarda la nostra vita e il nostro modo di vivere nella società accanto ad altre persone. E’ quanto è successo per esempio ai ragazzi dell’Itis di San Giovanni che dopo aver preso parte all’incontro con Don Luigi Ciotti giovedì 21 febbraio, la mattina dopo a scuola stavano ancora riflettendo su quanto è emerso in quelle 2 ore e 30’ al cinema teatro Masaccio quando questo uomo che possiamo definire della strada, che ha dedicato e dedica tutta la sua vita all’incontro con gli altri, alla ricerca della giustizia, all’aiuto verso chi è in qualche forma emarginato o viene defenestrato o privato dei suoi diritti di cittadinanza, ha parlato a 400 studenti valdarnesi. Ma siamo certi che anche molti degli altri studenti valdarnesi che lo hanno ascoltato, in rappresentanza delle scuole del territorio, sono rimasti affascinati da un uomo di così alto spessore e umanità. Don Luigi ha comunicato idee, passione e speranza con la sua solita intensità, una intensità che si legge nei suoi occhi, nelle rughe del suo volto, nei movimenti del suo corpo. Tutto in lui partecipa della sua passione per la vita e della sua passione verso l’uomo. Così, rivolgendosi a loro, assiepati in terra intorno a lui, oppure in piedi appoggiati ai muri, perché i posti a sedere si sono presto esauriti, li ha invitati per esempio a “liberare la libertà”. Ovvero li ha invitati, loro più fortunati e liberi di altri, a utilizzare la propria libertà per permettere a chi oggi non è oggi libero di diventarlo. Oppure a valorizzare gli incontri che avranno nella vita, a non banalizzarli, perché sono proprio gli incontri che facciamo a poter dare un significato nuovo e più bello alla nostra esistenza. Ha fatto riferimento a sé Don Luigi, all’incontro con un barbone a 17 anni, che gli ha cambiato la vita e dopo poco tempo da quell’incontro, è nato il Gruppo Abele. E al ragazzo che gli ha chiesto che cosa sarebbe stato della sua vita se non avesse fatto quell’incontro ha risposto così: “non lo so, ma la nostra vita è fatta di incontri, auguro anche a te di poter fare un incontro che possa dare un senso alla tua vita”. E dopo il grande valore della libertà, l’altro grande valore, la giustizia. Se vogliamo essere uomini liberi non possiamo non essere uomini che hanno fame e sete di giustizia e da qui il senso di Libera, questa unione di oltre 1.600 associazioni in Italia che fanno della legalità il tema principale del loro agire quotidiano. Ma non occorrono i grandi gesti, occorre partire dalla vita di tutti i giorni, dalle cose semplici, piccole, dalla propria terra, dalla propria famiglia, dai propri amici, perché per Don Luigi il cambiamento è soprattutto dentro di noi. Da qui l’altro grande insegnamento, ovvero la necessità di una responsabilità personale, perché non c’è delega che si possa fare, in politica, nella società, si parte sempre da noi. Un noi che però, per Don Luigi non può essere al singolare e tutti i no che diciamo, no alla mafia, no all’ingiustizia, no alla disoccupazione, no alla violenza, devono diventare un “noi”, per passare dalla responsabilità personale a quella collettiva. Per questo Libera è un “noi”, tante persone unite insieme dal no all’illegalità. Tutto ciò per Don Luigi è un cammino, una strada, lui che è prete di strada (il compito che gli assegnò nel 1972 il Vescovo di Torino Pellegrino quando lo ordinò prete, dandogli la parrocchia della strada) che si realizza attraverso la conoscenza e l’agire. Una conoscenza senza agire è sterile, un agire senza conoscenza non da il senso della meta e della strada da percorrere. Da qui l’invito a studiare, a conoscere, ad approfondire, ad andare in profondità. Don Luigi ha spiegato che per la cultura orientale conoscenza e azione si legano insieme e sono un atto d’amore. Sì quell’incontro del 21 febbraio può aver lasciato un segno. Per noi di Libera è l’incoraggiamento a rafforzare il nostro impegno, ma per i tanti uomini e donne, ragazze e ragazzi di buona volontà che hanno avuto la fortuna di essere lì, un seme che sta a tutti noi far germogliare.