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La squadra della volpe di Alberoro

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Fox hunting nel territorio di Alberoro. Non siamo nella campagna inglese, ma nel cuore della Valdichiana dove la locale squadra di cacciatori presieduta da Irio Aquilani ha riproposto in forma meno british la celebre caccia alla volpe. Le origini di questa tipologia di caccia, infatti, hanno le proprie radici storiche in Inghilterra, quando per controllare l'aumento demografico delle volpi che predavano gli animali da cortile, i contadini le cacciavano con l'aiuto dei propri cani. Il primo evento del genere di cui si ha traccia avvenne nella contea di Norfolk nel 1534. Oggi, ad Alberoro dal 1 dicembre 2012 al 31 gennaio 2103, la ‘Squadra alla volpe di Alberoro’ composta da Giancarlo Galantini, Giovanni Zoi (Lillo), Giuseppe Bracciali, Giuliano Moretti, Giovanni Micco, Brunero Roncucci, Francesco Tiezzi, Angiolino Parrini, Angiolino Vichi, Daniele Menchetti, Nicola Tretola, Mario Menchetti, Ugo Rimi, Luciano Tiezzi, Mario Papini, Sestilio Francioli, Antonio Francioli, Luigi Basagni, Giuliano Parrini, Giancarlo Pappini e Rolando Zoi hanno abbattuto diciotto volpi, tutte dietro autorizzazione degli organi istituzionali preposti a questo tipo di caccia. Una squadra quella di Alberoro dove ognuno ha compiti ben precisi e dove ad ogni battuta di caccia si registrano delle divertenti gag tra i partecipanti, come sottolinea Irio Aquilani: “Nelle nostre battute di caccia siamo stati guidati dalle guardie giurate Santino Dini e Luciamo Benigni con i cani da seguito condotti da Nicola Tretola, Francesco Tiezzi e Mario Menchetti, mentre le fasi più divertenti si sono registrate quando qualche cacciatore ha ‘ciccato’ la preda, motivandola che gli era passata troppo da vicino o era troppo distante. Un nostro cacciatore, non posso fare il nome, non ha colpito la volpe perché gli è passata tra le gambe”. Se l’ultima affermazione è vera non lo sappiamo, ma sul conto del cacciatore Aquilani circola la voce che sia un buon tiratore perché colpisce la preda da fermo. “Non è vero assolutamente – precisa il capo squadra Aquilani – ho una buona mira soprattutto sulla preda in movimento”. Noi che lo conosciamo bene propendiamo per la prima ipotesi! “Al di là delle battute la caccia alla volpe è un’attività venatoria autorizzata, ma si può sparare solo e soltanto alle volpi, altrimenti si viene sospesi e non si può più partecipare alle battute – conclude Aquilani – inoltre, essendo la volpe un canino può essere portatrice di rabbia o di altre malattie come la rogna e per questi motivo dopo l'uccisione gli istituti appositi fanno le opportune verifiche per capire se ci siano anche altre malattie che possono essere trasmesse agli essere umani”.