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Laca Cucine: 67 licenziamenti in vista per il 25 aprile

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“Se la Regione Toscana farà quanto annunciato dall’assessore Simoncini per Laca Cucine sarà finita. E tramonterà ogni speranza di lavoro per i suoi 67 dipendenti”.
Andrea Bertelli, Segretario della Fillea Cgil, denuncia uno dei primi possibili effetti del mancato rifinanziamento della cassa integrazione in deroga da parte della Regione Toscana.
“Se non interverranno novità positive e ad oggi improbabili, i dipendenti Laca non solo non avranno la proroga dell’ammortizzatore sociale ma non riscuoteranno nemmeno quanto hanno teoricamente maturato da fine gennaio ad oggi. La Regione ha infatti precisato che ha risorse per finanziare la cassa in deroga solo per le domande presentate entro il mese di gennaio 2013. E’ quasi una lotteria”

Laca è un’azienda che produce cucine componibili nei due stabilimenti di Radda in Chianti e Cavriglia. I dipendenti sono in cassa integrazione dall'agosto 2011 ed hanno ricevuto, quale ultima mensilità, quella del dicembre dello scorso anno. L'accordo sindacale di cassa in deroga prevedeva una durata fino al 24 luglio 2013. In caso di disponibilità di risorse, era già prevista una proroga fino al 31 dicembre 2013.

“In relazione a quanto annunciato dall’assessore Simoncini – sottolinea Bertelli – i dipendenti, invece, non hanno la certezza del pagamento dei 3 mesi appena trascorsi, non hanno la possibilità di chiedere la proroga e pertanto sarebbero licenziati il 25 aprile per essere collocati in mobilità. La situazione di questi 67 lavoratori è quindi drammatica. Noi chiederemo alla Regione di riaprire urgentemente il tavolo di crisi già attivato in passato, ma, purtroppo, l’assenza di un Governo nazionale produce effetti devastanti e lascia lavoratori come quelli della Laca nella più assoluta disperazione. Si continua a non considerare il lavoro la vera emergenza nazionale o a farlo solo a parole. La fine della Laca significherà anche la scomparsa di un altro importante pezzo del manifatturiero aretino. Siamo di fronte all’emorragia di un patrimonio industriale e professionale che non potrà più essere recuperato”.

Articlolo scritto da: CGIL AREZZO