Home Nazionale Le scienziate, ha ragione Elkann, più sviluppo con talenti femminili

Le scienziate, ha ragione Elkann, più sviluppo con talenti femminili

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Roma, 26 set. (Labitalia) – Le scienziate plaudono alle parole del presidente della Fiat, John Elkann, che oggi al 'Corriere della Sera' ha parlato di come "occorra dare più peso alle donne" e di come "la componente femminile è fondamentale per qualsiasi gruppo. Il mondo della scienza viene considerato ostile, ma in realtà ha grande bisogno della sensibilità e dell'intuito delle donne"."Ha ragione John Elkann -dice a Labitalia Sveva Avveduto, direttore dell'Istituto di Ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr- e le sue affermazioni sono confermate da una ricerca svolta un paio di anni fa dalla Harvard Business School: i paesi emergenti devono puntare, per lo sviluppo, sui talenti femminili. E' così. E in Italia ci sono molte più studentesse universitarie e laureate che non studenti e laureati: nelle discipline scientifiche si comincia alla pari tra uomini e donne, perché, se è vero che in alcune discipline come ingegneria che citava Elkann le donne sono di meno, in altre facoltà, come biologia, le donne sono di più. Purtroppo la forbice di genere si allarga man mano che si progredisce nella carriera: il problema dunque è nell'accesso alla progressione di carriera". "Mi compiaccio che anche una persona come John Elkann esprima questa convinzione, cioè che la maggiore partecipazione delle donne al mondo della scienza e dell'economia non è un vantaggio per le sole donne, ma per tutta la società", sottolinea con Labitalia Francesca Brezzi, docente all'Università di Roma Tre e delegata del rettore per le Pari opportunità.Ma, come sottolinea Avveduto, in Italia per le donne che vogliono fare le scienziate "ci sono soprattutto problemi culturali e sociali e per superarli non c'è una ricetta unica, ma bisogna mettere in campo una serie di fattori concomitanti, a partire dal diffondere la conoscenza e l'innovazione nella scuola, che può giocare un ruolo importantissimo". "Uno stereotipo -fa eco Brezzi- è anche l'idea che le donne non siano portate per le scienze: in realtà il gap tra iscritti e iscritte in certe facoltà è molto diminuito e addirittura in certe discipline le donne sono più presenti e si laureano prima degli uomini". Serve anche abbattere le immagini stereotipate della donna 'relegata' solo a certi lavori. Avveduto cita sorridendo che "la Lego, nota casa produttrice di giochi, ha messo in circolazione da poco, dopo quello della dottoressa, il pupazzetto della scienziata: vecchia e con gli occhiali, ma finalmente donna". Insomma, se è vero che certi stereotipi si assorbono con il latte materno, "vanno bene tutte le azioni di immagine e conoscenza che li combattono, come anche ha ricordato la presidente della Camera, Laura Boldrini", spiega Avveduto, mentre Brezzi ricorda: "Non solo occorre dare spazio alle donne nelle posizioni apicali, ma bisogna anche aiutarle nei contesti lavorativi, a partire dalle scelte aziendali, dall'orario delle riunioni alla presenza dell'asilo nido. Ripensiamo il lavoro nelle aziende -conclude- anche per evitare la fuga dei cervelli femminili, che, come dimostra il caso di Fabiola Giannotti e di altre, all'estero sono molto molto apprezzati".