Home Attualità Le società partecipate e la Fraternita: nuovi criteri per i CdA

Le società partecipate e la Fraternita: nuovi criteri per i CdA

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Il Consiglio Comunale ha deliberato alcuni indirizzi di modifica statutaria per tutta una serie di società partecipate in linea con le previsioni legislative che impongono la parità fra i generi nei consigli di amministrazione e negli organi di controllo delle stesse. Approvata anche una modifica al regolamento di contabilità della Fraternità dei Laici.

Le società interessate sono Aisa spa, Aisa impianti spa, Arezzo casa spa, A.F.M. spa, Arezzo Multiservizi srl, Atam spa e Coingas spa.
Per Aisa, Aisa impianti, Atam e Coingas, l’organo amministrativo può essere adesso sia un consiglio di 3 o 5 membri che un amministratore unico, previsione quest’ultima finora non contemplata. Al fine di garantire idoneo equilibrio fra i generi, quello meno rappresentato è fissato comunque in 2 consiglieri se il CdA è di 5 membri mentre in 1 consigliere se il Consiglio è a 3. L’equilibrio dovrà essere mantenuto qualora si proceda in corso di mandato alla sostituzione di uno o più amministratori.
Per Arezzo casa, il CdA può essere composto da 3 o 5 membri, non è contemplato l’amministratore unico. I rapporti tra i generi sono regolati secondo le proporzioni 2/5, 1/3.
A.F.M. è amministrata da un Consiglio composto da un numero dispari di membri non inferiore a 5 e non superiore a 7 nominati dall’assemblea fatte salve le nomine riservate al socio Comune di Arezzo. Se il CdA è a 5, i generi dovranno essere così rappresentati: 2 consiglieri per il genere meno rappresentato e 3 per l’altro. Se il Consiglio è a 7, rapporto di 3 a 4. Il Comune di Arezzo è tenuto a osservare l’alternanza fra i generi. Per Afm è inoltre resa facoltativa la nomina del direttore generale, come richiesto dallo stesso partner privato.
Anche Arezzo Multiservizi vede ora la possibilità dell’amministratore unico accanto al CdA a 3. In caso di amministratore unico nel succedersi dei mandati dovrà essere garantita l’alternanza fra i generi, se il cda è a 3 si segue il rapporto 1 a 2.
Stessi metodi dovranno essere riservati alla composizione dei collegi sindacali e di controllo contabile delle rispettive società.

Daniele Farsetti e Luigi Scatizzi hanno chiesto la previsione di un ulteriore principio: che sia consentito per i consiglieri comunali il libero accesso a ogni atto degli organi societari senza alcuna limitazione. Il Pdl si è espresso favorevolmente sull'atto di indirizzo, come puntualizzato da Gianni Cantaloni, così l'Idv con Roberto Barone: “possibile che stiamo a ancora a ragionare delle difficoltà che abbiamo per accedere ad atti di cda dove siedono i rappresentanti del nostro Comune? Sarebbe stato anzi opportuno che la previsione fosse stata inserita nel testo della delibera e non facesse parte di un atto separato”.
Il Pd con Matteo Bracciali ha espresso analogo indirizzo, “per dare peso specifico al ruolo del consigliere comunale anche se la questione dovrebbe essere attentamente approfondita. Non dimentichiamo che un'azienda che lavora in concorrenza e segue parametri imprenditoriali può avere la necessità, dunque il diritto, di mantenere i suoi segreti aziendali”. Da Francesco Francini l'auspicio che le società, dove è previsto, rinuncino al direttore generale e che i cda assorbano sia il carattere della rappresentanza istituzionale sia le competenze manageriali e professionali. “Senza considerare il risparmio di un lauto stipendio”.
Cinzia Scartoni: “in quanto donna mi duole rilevare come tocchi attendere una normativa per vedere riconosciuta la parità di genere in questi ambiti. È un passo avanti ma siamo ancora indietro rispetto ai paesi europei”.
Marco Tulli: “in un paese dove i 'saggi' non possono essere donne stiamo in effetti compiendo uno dei primi passi lungo un cammino molto difficile”.
Gianni Mori: “mi spiace che non si possa dare seguito immediatamente alla cosa, il rischio è di vedere una delibera così cadere nel dimenticatoio per i tempi lunghi concepiti per il recepimento delle sue sollecitazioni”.

La delibera e l'atto di indirizzo sono stati approvati rispettivamente con 28 e 27 voti favorevoli. Spetta ora alle varie società interessate recepire questi indirizzi.
Per quanto riguarda la Fraternita dei Laici, la gestione finanziaria verrà adesso gestita mediante bonifici bancari per cui l’azienda non avrà più un servizio interno di cassa ma si avvarrà di un istituto di credito per effettuare tutte le operazioni, dalla riscossione delle entrate al pagamento delle spese.