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Operazione ‘Vesper’: ancora 4 denunce per traffico inlecito

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Operazione ‘Vesper’: ancora 4 denunce per traffico inlecito

Nell’ambito dell’operazione ‘’Vesper’’ del Corpo Forestale dello Stato per il contrasto al traffico illecito dei rifiuti in Provincia di Arezzo, nella giornata di ieri il Nucleo operativo speciale di Arezzo insieme ai Comandi Stazione di Monte San Savino e Arezzo, hanno svolto dei servizi di polizia stradale mirati nel Comune di Monte San Savino dove, sono stati intercettati due carichi di rifiuti speciali diretti verso un centro di recupero.
Il primo a trovarsi di fronte l’alt della Forestale un cittadino di nazionalità macedone, ‘’cliente conosciuto’’ perché proprio pochi mesi prima si era già visto sequestrare un autocarro con il ‘’raccolto’’ di una intera giornata lavorativa nei pressi dello stadio di Arezzo. Allora si trattò di rifiuti speciali metallici di varia natura. Dovette fare i conti con un denuncia per gestione illecità, una condanna fino a due anni di reclusione, la confisca del veicolo e un ammenda fino a 26000 euro. Ma come meglio esplicita l’aforisma latino ‘’bi repetita iuvant’’, e allora sempre lui, sempre lo stesso, ormai esperto nelle procedure di controllo e negli accertamenti penali tanto da mostrare d’iniziativa tutto quello che gli sarebbe stato chiesto. Da solo ha aperto il carico, fornito i documenti che aveva al seguito, chiarito di non aver alcuna iscrizione all’Albo dei gestori ambientali, evidenziando di avere solo una licenza per il commercio, ha subito contattato un familiare per farsi venire a prendere e liberato il vano guida del proprio mezzo dagli effetti personali poiché consapevole che di li a poco avrebbe dovuto consegnare il veicolo al carro attrezzi e tutto ciò prima ancora che gli Agenti iniziassero gli accertamenti. Insomma un conducente ‘’fai da te’’ a tutti gli effetti davanti all’incredulità di alcuni di quei Forestali che si trovavano per la prima volta di fronte a un caso del genere. Nulla da eccepire sulla condotta del macedone all’atto del controllo, esemplare, collaborativo, disponibile e proprio perché cosciente di quello che stava facendo, consapevole delle conseguenze a cui sarebbe andato incontro se fosse stato beccato, poiché anche questa volta raccoglieva e trasportava rifiuti speciali metallici di varia natura, senza autorizzazione peraltro con veicolo sottoposto a fermo fiscale.
Stessa sorte, denuncia, recidiva, reclusione fino a due anni, ammenda fino a 26000 euro e confisca del veicolo.
Poi è toccato a una ditta edile aretina, fermata dal Comando Stazione del Monte San Savino, mentre stava trasportando rifiuti metallici di varia natura verso lo stesso centro di recupero. All’atto del controllo il conducente del mezzo ha mostrato un formulario di identificazione del rifiuto pieno di ‘’
orrori’’, incongruente, non corrispondente a quanto effettivamente trasportato e tutto ciò in barba al rispetto delle norme che disciplinano la tracciabilità.
Immediate le indagini che hanno costretto il titolare dell’impresa edile a raggiungere il posto di controllo per dimostrare, carte alla mano la provenienza dei rifiuti, ovvero da un cantiere edile regolarmente aperto e operante. Le verifiche hanno permesso di riscontrare che trattavasi di un carico comunque corrispondente per tipologia e caratteristiche ai rifiuti a loro autorizzati e per questo non è scattata la denuncia penale che però non gli ha evitato una sanzione amministrativa di 3.100, 00 euro per formulario inesatto e incongruente.
Nel pomeriggio il Nos è stato chiamato dal Comando Stazione dei Carabinieri di Bucine per un controllo congiunto in corso nei confronti di due cittadini marocchini fermati dall’Arma mentre stavano trasportando rifiuti speciali ferrosi verso un centro di recupero della zona. I controlli incrociati e sinergici fra Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato hanno consentito di accertare una irregolarità molto complessa che ci celava dietro ad un titolo autorizzativo apparentemente perfetto. In particolare i conducenti facevano capo ad una impresa regolarmente iscritta per il commercio all’ingrosso di rottami e sottoprodotti metallici , autorizzati dall’albo gestori ambientali per la raccolta e trasporto di rifiuti speciali non pericolosi prodotti da terzi quantità annua complessivamente trattata inferiore a 3.000 tonnellate.
All’atto del controllo i marocchini fornivano ai Carabinieri un formulario di identificazione del rifiuto dove invece risultavano produttori degli stessi e ciò in contrasto con quanto a loro autorizzato. In particolare non potevano essere in ogni caso produttori degli stessi ma limitarsi al solo trasporto.
Chieste spiegazioni in ordine alla provenienza di detto materiale, questi non hanno saputo dare informazioni utili alla loro tracciabilità ammettendo di non essere stati loro ad averli prodotti. Per questo si sono visti contestare una sanzione amministrativa di 3.100,00 euro per formulario inesatto e non corrispondente a quanto dichiarato. Seguirà anche la segnalazione alla Provincia di Arezzo in ordine alla violazione riscontrata..