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Paglì, la storia di una madre e di una generazione

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Un libro racconta storie. Questo è stato capace anche di riannodare i fili che legano una madre ai suoi figli, nati tra il 1974 e il 1981, che le erano stati tolti e dati in affidamento. Francesca Bagni, 66 anni, è la protagonista del libro «Paglì. Una storia hippy» (ed. Sensibili alle foglie), scritto da Enrico Zorzato, scrittore e scultore padovano, che verrà presentato domenica 29 settembre alle ore 17 nella libreria Edison di piazza Risorgimento ad Arezzo.
Oltre all’autore interverranno la storico Alessandro Garofoli e Mario Benincà, della famiglia di Francesca Bagni.

Enrico Zorzato racconta la storia di una donna, Francesca Bagni e di una generazione, quelle che con qualche semplificazione è stata etichettata come hippy.
E' il 1974 quando Francesca Bagni lascia Milano per l'India. Un lungo viaggio che la porta nel paese asiatico. Lontana dalle droghe e quindi in controtendenza rispetto alle cronache del tempo ma vicino all'amore, un giovane giapponese e alla maternità, quattro figli. Racconta a Zorzato: “in India trovavo sempre qualcuno che ci aiutava. Spesso, se non c’era altro, mangiavamo nei templi, siamo anche stati da madre Teresa di Calcutta. Con due bimbi ho abitato sei mesi da una famiglia di Katmandu. Avevamo da nutrirci, al massimo qualche giorno i piccoli avranno saltato il bicchiere di latte. Ma erano felici, non si sono mai, mai ammalati”.

Quattro figli, quattro angoli del mondo: la prima nasce a Kyoto, il secondo a Katmandu, la terza a Calcutta e il quarto a Padova. Un rapporto difficile con il padre di questi figli che appare e scompare lasciandola sola a crescere quattro bambini. Con difficoltà che, al ritorno a Padova, diventano insormontabili. Tre anni di udienze di fronte al Tribunale dei minori e nel 1984 la sentenza che Francesca Bagni accetta con dolore e rassegnazione: “mi ricordo quando in aula mi hanno chiesto: insomma, signora, cosa vuole fare della sua vita, dei suoi figli; io non sapevo rispondere, sono ed ero una donna bambina… Non ho saputo tenermi i bambini; non ce l’ho con nessuno, nemmeno con il tribunale che me li portò via. Io ero così confusa, non sapevo scegliere, non sapevo cosa fare”.
Privata dei figli, le resta la possibilità di raccontare la sua vita: “ ho voluto questo libro, e ho pagato per pubblicarlo. Spero che una copia, chissà, forse, finisca in mano a Veronica, Francesco, Paoletta o Luca che possano riconoscersi nei primi anni di vita, ricordare, ricordarsi di me. Magari cercarmi. Vorrei solo dar loro le foto di quando erano piccoli, ma soprattutto vorrei che conoscessero la loro sorella, la figlia che ho avuto qui. Solo questo vorrei”. Una volontà espressa nel libro e che si è concretizzata: il volume e facebook hanno consentito a Francesca di rivedere 3 dei suoi 4 figli. Il ricordo non solo di un'esperienza ma il senso di un a vita, sintetizzato dal soprannome che le venne dato in India, “Paglì”, che in lingua hindi vuole dire pazzerella.