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Paolo Rossi in L’amore è un cane blu – la conquista dell’Est

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Paolo Rossi in L’amore è un cane blu – la conquista dell’Est

L’apertura della stagione di prosa 2013/2014 del teatro Signorelli di Cortona è affidata al grande affabulatore Paolo Rossi con il suo nuovo spettacolo L’amore è un cane blu – la conquista dell’Est, in programma per giovedì 21 novembre.
“Un concerto visionario popolare lirico e umoristico”: così Paolo Rossi definisce “L’amore è un cane blu“, spettacolo in bilico tra autobiografia e narrazione teatrale, finzione e realtà, invenzione e cronaca con il “prepotente contributo musicale” dell’orchestra di liscio balcanico “I Virtuosi del Carso” diretta dal maestro Emanuele Dell’Aquila.
Paolo Rossi parte dai ricordi d’infanzia (“arrivano momenti in cui i racconti ascoltati nell’infanzia e i sogni e le visoni dell’adolescenza diventano più vividi dei ricordi di vita vissuta”) per raccontare l’Italia di oggi, “un paese dove la passione è scomparsa ovunque, nei legami sentimentali come in quelli con la propria comunità (un tempo chiamavasi politica).
Dove il caos regna principesco sia nei rapporti economici che in quelli affettivi”.
“L’amore è un cane blu “dovrebbe essere una storia d’amore e invece diventa uno sguardo sull’uomo, sulla società italiana. Irresistibile affabulatore, stralunato raccontastorie, Paolo Rossi ci parla degli smarrimenti sociali, affettivi ed economici dell’uomo contemporaneo partendo da uno “smarrimento” personale, quello di un uomo che, in una notte assolutamente e terribilmente magica, si perde sull’altopiano del Carso. Una terra che non conosce anche se c’era nato a poco piu di 300 metri (Rossi è di Monfalcone).
E il Carso diventa contenitore di storie raccontate da un Paolo Rossi che, con la sua apparente leggerezza, da anni sferza l’ipocrisia, il qualunquismo, il perbenismo del nostro Paese.
Un teatro politico senza necessariamente citare gli eventi politici… con qualche eccezione.
Tra grotte, fiumi sotterranei, rovi e pietre – il paesaggio tipico del Carso – inizia così un viaggio tra fantasia e sogno in cui l’uomo deve perdersi per ritrovare se stesso e, per riuscirci, deve confrontarsi con un cane blu, simbolo della resistenza alle malattie del nostro tempo: sottomissione e vigliaccheria.
“Qui si narrerà di ripartire in ogni trattativa – sia con se stessi, in camera da letto, in piazza o in parlamento – dalla ricchezza di un palpito coraggioso piuttosto che dalla ‘misera miseria’ del soldo e della paura”.
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