Home Attualità Economia Polo universitario aretino: una ripresa con la teledidattica

Polo universitario aretino: una ripresa con la teledidattica

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Arezzo – Qualche settimana fa il Sindacato lanciò un grido dall’arme sullo stato di profonda letargia in cui è sprofondata la situazione universitaria aretina. In particolare la CISL tirava la provocazione “se ha ancora una ragione ed un senso mantenere in vita una struttura che non solo si è inaridita nelle prospettive e nelle finalità, ma sta perdendo pezzi da tutte le parti”.
Il Sindacato di Viale Michelangelo, faceva anche notare le numerose domande di trasferimento, avanzate dal personale della sede aretina dell’Ateneo verso altre sedi così come ad un diffuso allarmismo fra gli studenti del primo anno relativamente all’ipotesi di concludere il corso di studi nella sede di Siena ed il pesante pendolarismo studentesco. Giornalmente circa 4000 studenti si muovono verso Firenze e 2000 verso Siena con gravi ricadute economiche sulle famiglie.
Nei giorni scorsi quel grido d’allarme è stato raccolto e c’è stato un proficuo incontro fa le OO.SS. ed il prof. Luigi Biggeri, presidente del PUA. Una prima apertura nella quale sono stati partecipati i dati, relativi ad un monitoraggio svolto negli ultimi anni, che mettono in evidenza una serie di criticità che vanno assolutamente corrette se si intende proseguire nell’esperienza del Polo.
In particolare, prosegue la CISL, è emersa una preoccupante scollatura fra l’orientamento e l’offerta formativa locale che non tiene minimamente conto della richiesta del mercato territoriale.
Arezzo con l’oreficeria, l’elettronica, l’abbigliamento e la green economy è una delle province più industrializzate d’Italia ed è al terzo posto per il suo contributo all’export. Ma si è pensato bene di disattivare i corsi Laurea di Economia aziendale e di Ingegneria.
Ed una riflessione a parte meritano i master che, di certo, non solo dovrebbero essere implementati, ma dovrebbero essere innovativi ed avere la prerogativa dell’unicità. Così come l’organizzazione di stage dove è necessario sensibilizzare le imprese e le istituzioni locali affinché cessi quell’usurante pendolarismo che determina, nella stragrande maggioranza dei casi, un solo risultato: il prematuro abbandono.
Da queste problematicità, però, si può ripartire ed il Polo oltre che puntare sull’orientamento, potrebbe investire sull’insegnamento a distanza. Creare quel polo tecnologico attraverso il quale professori delle Università di Milano piuttosto che di Torino tengono a distanza lezioni di economia o ingegneria. Questo tipo di formazione è sempre più praticato nelle università come c’insegnano le americane Harward , M.I.T. e Stanford.
E’ evidente che, a questo punto, il Sindacato si auspica una repentina assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti ed in particolar dal modo delle Istituzioni. C’è bisogno, proseguono dalla CISL, di un raccordo per la sottoscrizione di un protocollo tra istituzioni, categorie produttive e OO.SS. dove ci s’impegna in un percorso di sensibilizzazione il cui obiettivo è quello di far diventare gli studi, i progetti e gli intendimenti risposte concrete perché il territorio ne ha assoluto bisogno.