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Precari e tassati: la cattedra no ma la cartella Equitalia si

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Precari e tassati: la cattedra no ma la cartella Equitalia si

In questi giorni Equitalia sta recapitando a tutti coloro che hanno promosso nei confronti del MIUR azione giudiziaria presso il Tribunale di Arezzo per vedersi riconosciuta la stabilizzazione del posto di lavoro e gli scatti di anzianità, la cartella esattoriale per il pagamento del contributo unificato. Si tratta di circa 250 precari.

“Siamo di fronte – commenta Alessandro Gabbrielli, Segretario della Flc Cgil – dell’applicazione retroattiva della normativa varata dal Governo Berlusconi nel luglio 2011 in virtù della quale dopo oltre 40 anni di gratuità del processo del lavoro, si subordina l'avvio di una causa al pagamento di una tassa statale determinata in proporzione al valore della controversia”.
L'unica condizione stabilita dalla legge per non corrispondere tale contributo è di avere un reddito riferito all'anno precedente inferiore a 32.338 euro dichiarato mediante autocertificazione.
“Una normativa – sottolinea Gabbrielli – che la Cgil ha sempre contestato duramente perché presuppone il pagamento di una tassa per vedersi riconosciuto un diritto. In questo modo si rende sempre più difficile e oneroso al lavoratore agire in giudizio per l'esercizio dei propri legittimi diritti”.

I ricorsi per il ruolo vennero presentati presso il Tribunale di Arezzo alcuni giorni prima dell'entrata in vigore della legge e quindi né i lavoratori né il sindacato potevano essere a conoscenza dell'obbligo previsto da una legge non ancora entrata in vigore. Nonostante ciò, l'Amministrazione ha inteso procedere al recupero della tassa.

“E’ un’ iniziativa arbitraria che cercheremo di contrastare in ogni modo e più in generale continueremo a batterci perché questa tassa ingiusta e limitativa dei diritti dei lavoratori venga definitivamente abolita ponendo in essere tutte le iniziative possibili” conclude Gabbrielli.
La Flc raccomanda a tutti i destinatari di non procedere al pagamento in quanto il rischio è di non ottenere il rimborso, almeno in tempi rapidi. E di rivolgersi subito alla sede provinciale Cgil per prendere appuntamento con l’Ufficio legale.