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Primo bilancio ad un mese dopo nuove prescrizione per Tac e Risonanza magnetica

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Primo bilancio ad un mese dopo nuove prescrizione per Tac e Risonanza magnetica

AREZZO – Un bilancio completo si potrà fare solo a fine anno. Ma già nel primo mese di attuazione delle prescrizioni con classi di priorità per risonanze magnetiche e tac, si può leggere un cambiamento fortissimo sotto il profilo “culturale” e ovviamente sotto quello organizzativo.
Anche perché attualmente le classi di priorità le stanno erogando solo il 50% dei presidi per le risonanze e il 70% per le tac. Solo dal primo luglio tutte le Risonanze magnetiche e le Tac saranno erogate secondo classi di priorità adottando il sistema entrato in vigore il 2 maggio scorso.

Sulle 6.000 prestazioni medie mensili (70.000 all’anno), nel mese di maggio quasi 4.000 sono state prescritte seguendo la nuova disciplina. Prima ogni richiesta era uguale ad ogni altra e finiva in coda, in ordine cronologico, senza tener conto della reale priorità, cioè esigenza diagnostica della persona a cui erano prescritte. Adesso invece il discorso è “clinico”: è giusto eseguire esami con maggior rapidità quando questi sono essenziali per avviare una cura o per evitare un rischio. Se invece si tratta di prestazioni non urgenti, lo stesso medico prescrittore ha la possibilità di spiegarlo al paziente e l’attesa può essere più lunga.
Insomma anche in questo settore è arrivata, grazie ad un accordo fra Azienda e medici, la “trasparenza”. Cioè la certezza che una prestazione sia appropriata e che l’azienda garantirà i tempi di risposta secondo le reali esigenze. Fino ad ora se una richiesta secondo il medico era urgente, questi doveva alzare il telefono e concordare direttamente con i radiologi “contrattando” i tempi di esecuzione della Tac o della risonanza. Adesso c’è un disciplinare. Il medico che prescrive deve indicare la classe di priorità e deve nella stessa prescrizione, fornire una valutazione clinica, motivare cioè la ragione della richiesta stessa con le indicazioni che sono di una richiesta è urgente, breve, differita o programmata.
E le prime lettere di queste definizioni, rispondono anche a tempi massimi di esecuzione della prestazione: U (Urgente) esame entro 72 ore; B (Breve) entro 10 giorni; D (Differibile) entro 60 giorni e P (Programmabile) senza limite di giorni. In tutti i casi parliamo di “primo accesso” per una certa patrologia che si sta diagnosticando. Esiste poi una quinta classe, quella dei secondi accessi o dei controlli, che non hanno anch’essi limiti di tempo.
Ed ecco le cifre del primo mese che hanno confermato in larga misura le previsione degli esperti e che rappresentano pertanto anche un primo momento di soddisfazione. “In questo modo – sottolinea Enrico Desideri, direttore generale della Asl – rispondiamo a due esigenze: la certezza per gli utenti di prestazioni secondo un principio di reale necessità, e una valorizzazione anche della professione medica che nell’atto prescrittivo compie una valutazione clinico-medica della salute del suo paziente”.

E così in un mese si sono avute appena 49 richieste urgenti (27 per Risonanze e 22 per Tac) eseguire entro le 72 ore, quindi spesso il giorno dopo la prenotazione. Quelle brevi sono state 658 (357 Rm e 301 tac) eseguite prima di 10 giorni. 477 differite e 1.941 quelle programmate, cioè senza alcuna urgenza di essere eseguite. Ci sono poi state 691 richieste per i secondi accessi (quasi tutte Tac perché si tratta appunto di controlli).
Una distribuzione che è già un successo, ma che è avvenuta non senza fatica. Come ogni processo nuovo, anche questo ha prodotto un grande lavoro da parte degli uffici e dei referenti dei gruppi di medici, per “correggere” gli inventabili errori rispetto a questa riorganizzazione. Si pensi che in ben 433 contenevano degli errori, o soprattutto, delle omissioni: si fornivano cioè classi di priorità o con diagnosi cliniche non appropriate, o addirittura senz spiegazione. Il confronto diretto con i radiologi o con il personale aziendale, ha portato ad una correzione di questi errori.
Ma c’è un’altra verità che dall’esame dei numeri è emersa. Anche per i cittadini c’è la necessità di un richiamo fermo a rispettare le regole: si pensi che 106 di loro pur avendo preso un appuntamento, spesso anche in pochissimi giorni, non si sono presentati all’effettuazione della risonanza magnetica o della tac, senza alcun avviso.
In questo modo hanno “tolto” un posto utile ad un altro cittadino che proprio in base alla programmazione avrà la prestazione più avanti. E’ un fenomeno che deve essere in qualche modo eliminato, proprio perché danneggia persone che sono in attesa. A coloro che senza motivo non si sono presentati, sarà richiesto dall’azienda il pagamento del ticket (anche se esenti) oltre alle spese postali e di istruttoria.