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Reatech Italia, un lavoro solo per 16% disabili contro 45,5% Zambia

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Milano, 10 giu. (Labitalia) – In Italia, solo il 16% (circa 300 mila individui) delle persone con disabilità tra 15 i 74 anni ha un'occupazione lavorativa, contro il 49% del totale della popolazione. In Zambia, secondo 'Il World report on disability', sono il 45,5%, in Malawi il 42,3%. "Si tratta di una situazione ormai insostenibile – spiega Francesco Conci, direttore esecutivo di Fiera Milano congressi, organizzatore di Reatech Italia – e da un certo punto di vista paradossale. Da una parte, infatti, in questo periodo di crisi, i disabili e loro famiglie si vedono costantemente tagliare servizi e sussidi e si ritrovano allo stremo. Non avendo un lavoro, peraltro, i disabili, restano a carico delle famiglie o dello Stato, e fanno aumentare i costi dell'assistenza". "Sul fronte opposto – fa notare Conci – le aziende, che potrebbero beneficiare degli sgravi fiscali e avere manodopera a costi più vantaggiosi, spesso non sanno o non riescono ad assumere questo tipo d lavoratori. E, così, ciò che a volte la patologia non ha tolto ai disabili, ovvero la possibilità di rendersi utili, di produrre, di guadagnarsi uno stipendio e di progettare una vita, viene loro sottratto da un sistema arretrato, da una burocrazia strangolante e dalla mancanza di cultura nelle imprese".Nel convegno organizzato da Reatech Italia, la prima rassegna dedicata a persone con esigenze speciali, che si terrà a Milano dal 10 al 12 ottobre 2013, si cercherà di fare il punto sulla situazione attuale in Italia. L'obiettivo è trovare soluzioni concrete per aumentare il tasso di occupazione e trasformare un problema in un'opportunità: un'opportunità per i disabili, per le aziende, per lo Stato. "I candidati potenziali in Italia – continua Conci – non sono pochi. Le ultime stime parlano di oltre 750.000 persone. Molte aziende, però, tendono a considerare il loro inserimento come un onere da assolvere e non come un'opportunità, come invece potrebbe essere se correttamente gestito. L'Organizzazione internazionale per il lavoro sostiene che, a livello globale, se si riuscisse a inserire pienamente queste risorse si potrebbe recuperare dall'1% al 7% di Pil. Siamo certi in Italia di poterne fare a meno?"."Il primo tassello del nostro progetto – riferisce Francesco Conci – è stata la realizzazione di un convegno che mettesse attorno a un tavolo i soggetti che possono fare concretamente la differenza: istituzioni, ma soprattutto aziende e selezionatori. Dal 10 al 12 ottobre, poi, durante la manifestazione di Reatech, vogliamo creare un grande momento di incontro, dove domanda e offerta di lavoro possano incontrarsi fisicamente: ci siamo infatti resi conto che, per quanto assurdo possa sembrare, uno dei problemi più seri per le aziende è la mancanza di candidati. Reatech Italia, proprio perché è una manifestazione interamente dedicata a persone con disabilità o esigenze speciali, sarà il luogo più naturale dove creare connessioni tra candidati e aziende"."Durante Reatech Italia – ha concluso Conci – vogliamo anche organizzare uno sportello aziende: un punto dove aziende medie e magari piccole possano chiarirsi le idee e farsi consigliare. Perché, al di là di ciò che dice la legge, la possibilità di inserire una o più categorie protette in azienda è un'opportunità per tutti".

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