Home Politica Redditi dei consiglieri comunali e trasparenza

Redditi dei consiglieri comunali e trasparenza

0
Redditi dei consiglieri comunali e trasparenza

Importanti novità nella regolamentazione degli obblighi di trasparenza per i consiglieri comunali. Il Consiglio Comunale ha approvato una modifica al proprio regolamento che recepisce la nuova disciplina introdotta dalla legge 174/2012, il cosiddetto “decreto enti locali”.
Nella precedente formulazione regolamentare, la “trasparenza” era concepita come il deposito presso la segreteria generale e la presidenza del Consiglio Comunale dei dati reddituali e patrimoniali degli amministratori, categoria che comprendeva sindaco, assessori, consiglieri comunali e nominati nelle partecipate. La sanzione per chi non depositava questi dati era una censura verbale in aula.
Già il decreto Brunetta, il 150/09 aveva introdotto alcune novità, tipo la pubblicazione per gli amministratori pubblici nel sito dell’ente di redditi e curriculum, ma è stato con il decreto del governo Monti che si è compiuta un’autentica rivoluzione e si è riscritto il principio.
Vanno ora on line tutti i dati di reddito senza distinzioni, dunque sia reddito da vita privata che emolumenti percepiti dal Comune; tutti i dati patrimoniali compresi titoli di stato, obbligazioni o altre utilità finanziarie detenute tramite fondi di investimento e partecipazioni in società quotate e non quotate; i diritti reali su beni mobili o immobili iscritti in pubblici registri. Quest’ultimo punto significa che per sindaco, assessori, consiglieri comunali e nominati nelle partecipate c’è l’obbligo di dichiarare sul sito internet del Comune case, terreni, macchine e case possedute. E stavolta non si scherza con la legge: che non ottempera o chi ottempera parzialmente non va incontro a una censura verbale in aula ma a un sistema sanzionatorio di tipo pecuniario con sanzioni previste tra i 2.000 e i 20.000 euro.
Resta nel regolamento consiliare ma solo come dichiarazione facoltativa su base volontaria, la possibilità di rendere trasparente la realtà associativa per ogni singolo amministratore. Essendo la fattispecie configurata come eventuale, sfugge di conseguenza da ogni sistema sanzionatorio.
“Nel 2011 – ha ricordato il Presidente Luciano Ralli – il Consiglio Comunale con atto di indirizzo approvato all’unanimità aveva già affrontato la materia della trasparenza ponendosi all’avanguardia nel panorama nazionale. Con questo voto, Arezzo continua a essere tra i primi Comuni ad affrontare il complesso tema recependo la norma di legge nel proprio impianto regolamentare”.
Non è mancata, al termine del suo intervento, da parte di Luciano Ralli, una presa di posizione a difesa del gruppo consiliare del Pd e dell'intero Consiglio Comunale dinanzi alla dichiarazione del Sindaco immediatamente successiva alle elezioni dove veniva detto che la scelta degli assessori sarebbe ricaduta su persone esterne all'assemblea. E questo nel nome del rinnovamento e dell'apertura alla società civile. Apertura che, secondo Ralli, era ed è comunque garantita dalla qualità dei Consiglieri comunali.

Francesco Francini: “imponiamo ai consiglieri comunali, gli unici che vanno a cercare le preferenze per essere eletti, di snocciolare la loro vita privata quando analogo obbligo non è previsto per i parlamentari. Per questo chiediamo con un atto di indirizzo di inviare questa delibera a presidenti di Camera, Senato, Consiglio dei Ministri e Regione Toscana per sollecitarli ad adottare analoghe norme per i consessi che presiedono e che sono magari composti da nominati”.

Contenuto analogo per un atto di indirizzo di Daniele Farsetti il quale ha sottolineato come “l'intervento di Ralli ha mostrato passione e sincerità condivisibili. Sul regolamento posso dire che recepisce un precedente atto di indirizzo che presentammo e che altre forze condivisero. Quell'atto poneva una serie di obblighi sulla trasparenza riguardanti i nominati nelle partecipate. Ma quella parte lì rimane lettera morta dall'ottobre 2011”.

Matteo Bracciali: “ad Arezzo il Pd fa scelte convinte e coraggiose. Sono contento che la conferenza dei capigruppo abbia chiuso in maniera unanime questa pratica, poi è giusto che ciascun consigliere ragioni con la sua testa anche perché questa modifica varrà per il futuro e non solo per noi. Il Partito democratico è tale perché al suo interno si può dialogare in modo forte ma c'è un'idea di città. Allo scambio mediatico tra Sindaco e consiglieri comunali è stata data fin troppa evidenza”.

Roberto Barone: “proprio perché non abbiamo motivo di nasconderci abbiamo lavorato di buon grado su questa delibera. Questo lavoro va nella giusta direzione e accontenta le necessità che sono emerse negli ultimi anni con forza dall'opinione pubblica”.

Marco Tulli: “già nel passato, anche prima del Movimento 5 stelle, avevamo affrontato l'argomento. Non capisco come il Sindaco possa fare appello alla società civile, io vedo attorno una società molto incivile, spenta, di corpi docili, di chi va a vedere cosa fa quell'altro per il semplice gusto di farlo. Dinanzi a questo atteggiamento non condivisibile mi verrebbe da dire: perché votare a favore di questo atto?”.

Gianni Mori: “quando sento un assessore come Pasquale Macrì dire di non essere iscritto a nessun partito, e presentare la cosa come vanto, ho una reazione. Rimpasto di Giunta sì, ma all'insegna della competenza. Il regolamento odierno è degno di essere approvato”.

Luigi Scatizzi: “siamo tenuti a comprendere lo stato d'animo della città e a dare risposte, se possibile. Ad Arezzo ci sono tanti aspetti di potere che dovrebbero essere più trasparenti per cui la logica di questo provvedimento mi sembra di grande rilievo”.

Roberto Ruzzi: “la democrazia viene dal basso, io personalmente rendo pubblici tutti i dati che mi riguardano, anche il congedo”.

Andrea Lanzi: “capisco le parole di Ralli dal punto di vista del Partito democratico che peraltro ha già discusso sul voto e sui risultati in modo aperto dimostrando di essere una forza viva e un punto di riferimento. Anche attraverso questa delibera credo che possiamo dire di essere protagonisti di buona politica. Ma non vorrei che passasse il messaggio che il Partito democratico non è dalla parte del Sindaco. È il suo primo sostenitore”.

Luigi Lucherini: “questo regolamento è un fiore all'occhiello per Arezzo perché abbiamo allargato il discorso oltre le maglie della legge. Quello che mi duole accettare è che noi consiglieri comunali veniamo additati come ladri di polli. Io ho sempre risposto a doveri di trasparenza, specialmente quando ero Sindaco, periodo che mi ha visto, sia chiaro, perdere in termini di reddito nonostante una sentenza che sembrerebbe addurre il contrario”.

Alessandro Ghinelli: “non vedo perché si debba tenere riservata l'iscrizione ad associazioni, una salvaguardia che non ha motivo di essere. Intendiamoci, i comportamenti riposano sulle coscienze e non sull'adesione a questa o quella associazione ma sarebbe un passo. Potremmo legare l'entrata in vigore di questa delibera all'approvazione di analoghe norme da parte del Parlamento”. Ghinelli ha presentato un emendamento in questo senso.

Il Sindaco Giuseppe Fanfani ha ringraziato innanzitutto chi ha partecipato alla stesura di questo regolamento, “opera egregia che crea le condizioni per l'applicazione dei principi di onestà e correttezza. Nel momento in cui assumiamo una carica pubblica è implicito per me che si debba procedere nella trasparenza più assoluta, anche in termini patrimoniali e relazionali. Faccio poi presente che in 42 anni di professione mai ho avuto incarichi da enti pubblici, né consulenze o prebende. L'esigenza di generalizzazione di questa normativa nei termini proposti da Pdl e Movimento 5 stelle mi trova d'accordo.
Veniamo al mio rapporto con il Consiglio Comunale: il 27 febbraio ho scritto una lettera alle segreterie del Pd contenente alcune riflessioni. In essa dicevo che solo dalle istituzioni può partire uno slancio di credibilità. Chiedevo di condividere la necessità di un rinnovamento anche generazionale, d'immagine e di contenuti. Non dicevo: farò come mi pare. Anzi, mi affidavo a chi scrivevo. Svolgevo le stesse considerazioni, il primo marzo, a Matteo Bracciali a cui scrivevo: ho ben presente il valore dei consiglieri, hanno qualità per accedere all'esecutivo, non è questo il problema, ma propongo di riflettere sull'opportunità di aprire le porte della Giunta al mondo che sta fuori dai partiti.
Mi sono sempre mosso con coraggio e indipendenza, nel 2001 quando affrontai il collegio uninominale per il centrosinistra, nel 2006 quando lasciai la Camera per la carica di Sindaco di Arezzo, nel 2010 quando chiamato dal Csm decisi di continuare l'impegno preso con i cittadini. Spero mi sia consentito di proseguirlo”.

Il nuovo Regolamento è stato approvato con 24 voti a favore e con 5 astensioni