Home Nazionale Ricerca: traumi cerebrali atleti, studio mosche svela possibili esiti

Ricerca: traumi cerebrali atleti, studio mosche svela possibili esiti

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Roma, 15 ott. (Adnkronos Salute) – Capire cosa accade nei traumi cerebrali di cui sono vittime gli sportivi grazie ai modelli del mondo animale, in particolare delle mosche. "Questi insetti ci offrono la possibilità di osservare le variabili in gioco nel trauma cranico umano, così da poter determinare il contributo di ciascun fattore agli esiti patologici che affliggono anche gli ex atleti vittime di molti colpi alla testa". E' la scoperta, arrivata quasi per caso, del genetista Barry Ganetzky dell'Università del Wisconsin (Usa) pubblicata sulla rivista 'Pnas'. Mentre lo scienziato stava indagando sul legame tra i casi di suicidi tra ex giocatori di football americani e i danni al cervello subito durante i traumi da gioco, Ganetzky si è ricordato di quanto osservato anni prima, uno stordimento improvviso ma temporaneo dei moscerini quando impattavano contro un frutto. Questa immagine è tornata in mente al medico per mettere a punto un modello per lo studio dei traumi cranici. "Il cervello della mosca è racchiuso in una cuticola dura analoga al cranio umano – spiega Ganetzky – e i meccanismi di base che influenzano le funzione del sistema nervoso sono le stesse nelle mosche e nei mammiferi. Quindi possiamo usarle come modello per studiare le conseguenze dei colpi alla testa".Ogni anno negli Usa si verificano più di 1,7 milioni di traumi cranici, circa il 33% causato da cadute, il resto da incidenti stradali, incidenti sul lavoro e lesioni sportive. Ma le conseguenze dei traumi sono anche un problema crescente negli ex giocatori di football. Questi campioni, infatti, possono avere effetti temporanei, confusione e vertigine, ma alla lunga accusano una neurodegenerazione o sintomi correlati tra cui: perdita di memoria, problemi cognitivi e l'Alzheimer. "Sui traumi cranici sappiamo ancora poco ecco, ma sfruttando le analogie tra la calotta cranica della mosca e quella dell'uomo, possiamo riprodurre in questi insetti le lesioni da trauma cranico che colpiscono gli uomini". "Grazie alle mosche ora abbiamo un sistema con cui possiamo valutare le variabili in gioco durante un trauma cranico e determinare il contributo di ciascun fattore agli esiti patologici di chi è vittima di un colpo alla testa. E' questa è la vera potenza delle mosche", affermano i ricercatori.Come con gli esseri umani anche alcune mosche muoiono per l'impatto immediato con una superficie. Ma chi sopravvive mostra conseguenze simile a quelle che subiscono le persone vittime di incidenti. Compresa, nel breve periodo, l'incapacità cognitiva temporanea e la perdita di coordinazione, seguita anche da una morte precoce. I ricercatori hanno anche scoperto che l'età sembra giocare un ruolo importante. Le mosche anziane sono più sensibili di quelle giovani agli effetti dell'impatto. "Molti degli esiti di traumi cranici sono simili ai normali processi di invecchiamento", spiegano gli scienziati. Ora l'obiettivo dello studio è quello di comprendere le conseguenze immediate molecolari e cellulari che avvengono a lungo termine nel cervello che ha subito un impatto. "In questo ambito un ruolo cruciale è quello della genetica – spiegano i ricercatori – abbiamo osservato un alto grado di variabilità tra i diversi ceppi di mosche. Questa scoperta – concludono – potrebbe spiegare perché tutti i potenziali farmaci, usati nei casi di traumi nel corso degli studi clinici, hanno fallito".