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Saldi, e se andasse meglio del 2012?

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Saldi, e se andasse meglio del 2012?

“L’arrivo dei saldi estivi riporterà un bello slancio nelle vendite del settore moda”. Ne è convinto il presidente provinciale di Federmoda Confcommercio Paolo Mantovani. “Dopo una primavera ed un inizio estate segnati da freddo e cattivo tempo, ancora moltissime persone non hanno fatto acquisti di capi leggeri, continuando a sfruttare il guardaroba invernale. Adesso l’arrivo dei saldi, e finalmente del caldo, dovrebbe riportare gente nei negozi”.

La speranza degli operatori – circa 900 imprese in provincia tra negozi di abbigliamento, calzature, intimo, mercerie e articoli sportivi – è quindi che lo sprint del fine stagione non si esaurisca nei primi giorni ma prosegua per alcune settimane, magari facendo segnare qualche punto in più rispetto all’estate 2012. Perfino al netto del fenomeno dei “saldi mascherati”, che hanno portato alcuni operatori ad anticipare gli sconti nonostante la legge vieti le promozioni nei trenta giorni precedenti all’inizio ufficiale delle vendite di fine stagione. “I margini ci sono tutti per migliorare i risultati dello scorso anno”, dice Mantovani, “veniamo da una stagione rigida e difficile in tutti i sensi, la gente ha voglia di relax, di liberarsi dall’angoscia e lo fa anche con lo shopping. Questo non vuol dire che la rete distributiva recupererà le posizioni perdute, ma almeno avrà occasione di riguadagnarne qualcuna”.

Gli ultimi monitoraggi Confcommercio sui saldi hanno evidenziato in effetti un calo medio dei fatturati delle aziende di moda, calzature, pelletterie, accessori, tessile per la casa ed articoli sportivi rispettivamente del 13,5% (saldi estivi 2012) e del 10% (saldi invernali 2013). Dati che trovano conferma nelle rilevazioni dell’Osservatorio Acquisti CartaSì sugli acquisti effettuati con carte di credito nei negozi di moda, abbigliamento e calzature (rispettivamente con cali medi del 13,8% nel luglio 2012 e dell’11,9% del gennaio 2013).

Secondo i più ottimisti, i saldi estivi 2013 potrebbero invertire, anche se di poco, la tendenza. Rappresentano comunque solo una piccola parte, il 15% circa, dell'intero fatturato annuo dei settori di abbigliamento e calzature.

Nelle stime previsionali della Confcommercio, ogni aretino dovrebbe investire negli acquisti a prezzi scontati circa 150 euro. “Le famiglie si sono talmente abituate a fare economia su tutto, perfino sugli alimentari, che alla fine qualcuno potrebbe ritrovarsi addirittura qualcosa in più da spendere per il rinnovo del guardaroba. Che poi è una spesa auto gratificante, di quelle a cui non si rinuncia neppure in tempo di crisi”, sottolinea Mantovani, “è la filosofia del coccolarsi, che passa anche da abbigliamento e calzature”. La possibilità di aggiudicarsi abiti e scarpe a prezzi tagliati fino al 50% dovrebbe dunque convincere anche i più restii a mettere mano al portafoglio.

“La tendenza è di mescolare il vecchio con il nuovo, i capi di stagioni passate con quelli più trendy. Quindi, sì al risparmio e all’oculatezza, ma senza rinunciare alle novità”, spiega Mantovani, che oltre ad essere presidente provinciale di Federmoda Confcommercio, a livello nazionale è anche membro della Camera Italiana dei Buyer della moda presieduta dall’aretino Beppe Angiolini.

L’altro fenomeno da rilevare è, per Mantovani, la nascita del “personal shopper democratico”. “l’atteggiamento dei negozianti nei confronti dei clienti è molto cambiato. La contrazione dei consumi ha spinto tutti a rivedere modi e stili di vendita, privilegiando l’ascolto e l’attenzione alle esigenze del cliente, perfino ai suoi capricci”. Tradotto in pratica: insieme a scarpe e vestiti si offrono anche servizi accessori gratuiti, come quelli di sartoria e consulenze estetiche personalizzate sul look. “I negozianti sono disposti a far trascorrere più tempo al cliente nei punti vendita, li mettono a proprio agio e offrono consigli a 360 gradi, addirittura di trucco e acconciatura. Insomma, il concetto del personal shopper che guida le scelte negli acquisti, fino a qualche tempo fa era all’appannaggio di pochi, ora è per tutti”.

A contribuire al rilancio delle vendite ci sarà per il capoluogo la concomitanza tra l’inizio dei saldi e il week end della Fiera Antiquaria di luglio, che potrebbe portare in centro storico molti turisti stranieri, sempre attirati dalla moda italiana. Poi, per molte città della provincia, le tante iniziative di apertura straordinaria serale dei negozi che si rincorreranno per tutto il mese di luglio, a partire dai tre giovedì di “Shopping sotto le stelle”, organizzate ad Arezzo dalla Confcommercio l’11, il 18 e il 25 luglio, quando arriverà anche la Notte Rosa.

CONFCOMMERCIO RICORDA LE REGOLE
PER EFFETTUARE “SALDI CHIARI”

Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base:

1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.
5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.