Home Nazionale Sanita’: esperti, in Ue serve piu’ condivisione su interventi per migranti

Sanita’: esperti, in Ue serve piu’ condivisione su interventi per migranti

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Milano, 2 dic. (Adnkronos Salute) – "Il diritto alla salute per gli stranieri è garantito in modo ancora diverso tra gli Stati europei e spesso anche a livello regionale all'interno della stessa nazione". A segnalarlo è Maurizio Bonati, coordinatore di un progetto della Comunità Europea che ha coinvolto 7 nazioni (Italia, Spagna, Regno Unito, Olanda, Ecuador, Perù e Bolivia). L'esperto, durante un simposio internazionale in corso all'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, lancia un appello: "Sarebbe auspicabile – sottolinea in una nota – una maggior concordanza nella Comunità, sia per le politiche sanitarie che la definizione e condivisione di percorsi preventivi, diagnostici e terapeutici per malattie endemiche e di alta frequenza nei Paesi di origine e pressoché sconosciute in Europa (per esempio la malattia di Chagas, la strongiloidiasi, la cisticercosi, ma anche la tubercolosi)". Al simposio, che si concluderà domani, partecipano rappresentanti di Agenzie internazionali (l'Organizzazione mondiale della sanità e l'Organizzazione internazionale per la migrazione), esperti di salute pubblica, di malattie parassitarie, tubercolosi e malattie croniche non trasmissibili, ma sono presenti anche cittadini stranieri in Italia e organismi del terzo settore. "Un fattore importante che gli Stati europei devono implementare per garantire un'appropriata assistenza sanitaria alla popolazione straniera è il rapporto con le comunità locali, affinché un'adeguata e reciproca conoscenza delle caratteristiche socio-culturali e antropologiche possa favorire programmi e iniziative di informazione ed educazione sanitaria locale", fa presente l'esperta Valeria Confalonieri che ha collaborato al progetto.Nell'ambito del Programma Cooperazione-Salute europeo sono stati definiti alcuni dei bisogni ancora inevasi per il miglioramento della salute dei cittadini stranieri migrati in Europa (in particolare ecuadoriani, peruviani e boliviani). Ad esempio, con l'individuazione di percorsi preventivi, diagnostici e terapeutici per malattie endemiche e di alta frequenza nei Paesi di origine. "Per molti degli aspetti medico scientifici è necessario attivare studi e ricerche cooperative così che la conoscenza acquisita divenga parte della pratica assistenziale sia nei Paesi d'origine che in Europa", conclude Silvio Garattini, direttore del Mario Negri.