Roma, 16 ott. (Labitalia) – "Non è giusto fare un'equazione tra l'intervento che fece il governo Prodi nel 2007 e quello che si appresterebbe a fare il governo Letta con la riduzione del cuneo fiscale". A parlare così con Labitalia è Giorgio Santini, senatore del Pd, a lungo sindacalista nella Cisl (era nella segreteria confederale nel 2007). Santini premette che "ancora non abbiamo il testo della legge di stabilità proposta dal governo e quindi bisogna aspettare le cifre certe", ma sottolinea che "quello di Prodi sul cuneo fiscale fu un intervento anche più robusto di quello che sembra voglia fare Letta, ma fu più indirizzato a tagliare i costi alle imprese, mentre l'efficacia sulle buste paga fu modesta".Santini ricorda che nel 2007 "Prodi mise a disposizione 5 miliardi, di cui 3,5 per il taglio delle tasse alle imprese e 1,5 miliardi per la platea fiscale". "C'erano più risorse di ora -dice l'ex sindacalista- ma furono più 'disperse' sui lavoratori che ne sentirono meno i benefici".Quello che Letta ha annunciato, invece, osserva Santini, "è un intervento che cerca di dare un quadro di certezza a lavoratori e imprese sui 3 anni della manovra, anche se potrebbe essere che gli effetti si sentano di meno nel primo anno cioè il 2014". Comunque sia, spiega Santini, "per fare un ragionamento approfondito bisogna avere dei termini precisi". "Tutti noi -continua- abbiamo capito la filosofia e la portata di questa legge e non è un mistero che le aspettive delle persone sono molto alte, ma la legge di stabilità è figlia di questi tempi, dei vincoli europei e della caduta di gettito". Santini ci tiene anche a sottolineare però che "l'iter parlamentare è aperto". "E in Parlamento cercheremo di migliorarla, sempre rispondendo a questa difficile equazione tra i vincoli di bilancio e le risorse per lo sviluppo, perchè ci sono ancora dei capitoli -conclude- su cui si può lavorare".