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Serve ancora il Polo universitario aretino?

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Arezzo – Serve ancora il polo universitario aretino? Una domanda più che lecita che rivolgiamo a tutti gli attori che in questa Provincia, dice Marco Salvini, segretario generale CISL, hanno a che fare con il Polo universitario dal momento che, qualche settimana fa, in qualità di soci siamo stati chiamati a discutere del pagamento delle quote sociali arretrate. Nulla da eccepire, se si è soci le quote vanno pagate ma, in questo particolare contesto storico, è lecito domandarsi se ha ancora una ragione ed un senso mantenere in vita una struttura che non solo si è inaridita nelle prospettive e nelle finalità, ma sta perdendo pezzi da tutte le parti. E mi riferisco, prosegue Salvini, alle numerose domande di trasferimento, avanzate dal personale della sede aretina dell’Ateneo, verso altre sedi così come ad un diffuso allarmismo fra gli studenti del primo anno relativamente all’ipotesi di concludere il corso di studi nella sede di Siena.
E, non può non preoccuparci e far riflettere, incalza il Segretario della CISL, il pesante pendolarismo studentesco. Si calcola che ogni mattina circa 4000 studenti si muovono verso Firenze e 2000 verso Siena. Le cui ricadute economiche gravano totalmente sulle famiglie.
Ecco quindi che, domandarsi se è opportuno tenere aperta una struttura il cui obiettivo è quello di restare in piedi a prescindere da quelli che sono i reali problemi è, in questo preciso contesto, quanto mai discutibile. Per questo, chiediamo al presidente della Provincia congiuntamente all’Assessorato alla cultura di promuovere un incontro con le parti sociali non solo per esaminare con obiettività e a fondo la questione, ma di addivenire ad una possibile soluzione o quanto meno individuare un percorso che dia credibilità e che persegua gli obiettivi per i quali tale struttura ha ragione di esistere visto che, ad oggi, nella nostra Provincia manca chi ricopre il ruolo.
Ma ci domandiamo anche, aggiunge Salvini, in una società dove la comunicazione ed il settore delle tecnologie hanno fatto passi da gigante ci sembra veramente scandaloso che non si trovino soluzioni che possano dare offerte attrattive ed attenuare il fenomeno del pendolarismo universitario che ha alti costi sociali. Il sindacato e la CISL sono particolarmente sensibili a questo tema che riguarda tante famiglie di lavoratori e pensionati così come, conclude Marco Salvini, a che il settore della cultura e della formazione abbiano nel nostro territorio un ruolo propositivo e fattivo. Non dimentichiamoci che gli studi universitari ad Arezzo hanno una lunga storia che risale al 1255 e la capacità culturale, maturata nel corso dei secoli, ha esercitato una lunga influenza nei campi più vari.

Articlolo scritto da: CISL Arezzo