Roma, 11 ott. (Labitalia) – Non si ferma la protesta dei sindacati per la disdetta dell'Abi del contratto nazionale dei bancari con dieci mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale (giugno 2014): è confermato lo sciopero generale per il 31 ottobre. "Sciopereremo per difendere il contratto e la nostra carta costituzionale. La disdetta drammatizza una situazione già difficile nel settore. Bisogna difendere il contratto e riconquistarlo", spiega Agostino Megale, segretario generale della Fisac-Cgil, sottolineando che "i bancari non sono i banchieri. E noi bancari vogliamo dire ai banchieri di essere loro i primi a ridursi lo stipendio e ad aprire i rubinetti del credito a imprese e cittadini per aiutare la crescita". Al coro di protesta dà risonanza anche la voce del segretario generale di Fiba-Cisl, Giulio Romani, avvertendo che, se la linea dell'Abi è dura, lo sarà altrettanto quella dei sindacati: "la disdetta del contratto è gravissima, perché non solo è anticipata rispetto alla scadenza ma per la prima volta non è stata concordata. E' una disdetta che contiene in sé la volontà di non dare continuità al contratto nel 2014". Questa evenienza, secondo Romani, mette le organizzazioni sindacali davanti a un aut aut, costringendole ad accettare tutte le condizioni imposte dall'Abi. "Noi – ha chiarito il sindacalista – non ci stiamo. Pur condividendo le difficoltà del sistema, pensiamo che queste siamo imputabili a una gestione scellerata dei direttori generali e dei cda delle banche. Il lavoro non può in nessun modo pagare gli errori di chi, invece, la crisi non l'ha mai vista".