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Tanti: bambini ricevono bollettini da un istituto di credito per pagare la retta scolatica

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Tanti: bambini ricevono bollettini da un istituto di credito per pagare la retta scolatica
Lucia Tanti

Saranno necessari chiarimenti che porterò avanti in questa settimana, ma ho ricevuto documentazione in base alla quale dei bambini frequentati una scuola aretina si sono visti recapitare, a loro nome, una lettera con mittente un istituto bancario e con dentro un bollettino per pagare la retta scolastica. Gli intestatari sono bambini di 8, 9 e 12 anni frequentanti le elementari e le medie. Si tratta, a prima vista, di una circostanza piuttosto anomala sulla quale per esplicita richiesta di alcune famiglie ancora non darò gli estremi, ma che entro la prossima settimana chiarirò direttamente e allora verranno fuori anche notizie più precise a partire dal dire di quale scuola stiamo parlando.
I fatti sono questi: alcuni giorni fa una bambina di 8 anni residente ad Arezzo si è vista recapitare a casa una lettera a lei indirizzata ed inviata da un noto istituto bancario; dentro la busta un bollettino prestampato con i suoi dati e con la cifra che la bambina dovrà versare per pagarsi la retta scolastica.
Caso isolato? Non proprio perché da quel giorno sono stata contattata da altre famiglie alle quali era accaduta la stessa cosa: lettera dalla banca indirizzata ai figli, minorenni, con dentro il bollettino prestampato e la cifra.
Le famiglie, che pure quella retta pagano da anni, mai avevano ricevuto una comunicazione di questo genere e soprattutto la domanda è: come fa una banca a chiedere soldi a dei bambini stampando un bollettino direttamente a loro nome? La banca forse pensa che quei nomi siano di persone adulte? Siamo dinnanzi a casi isolati – e comunque sempre da chiarire- oppure c’è da pensare che l’Istituto scolastico in oggetto abbia dato tutti gli indirizzi dei minori alla banca e che la banca ha poi provveduto a scrivere, forse ignorando che stava scrivendo a dei minori per chiedere loro circa 500 euro? E se così fosse la domanda è: è regolare che una scuola dia gli indirizzi dei bambini ad un soggetto terzo e poco importa se serissimo come l’Istituto bancario in oggetto? Questi indirizzi sono stati dati anche ad altri soggetti? Sanno i genitori se i nomi e gli indirizzi dei loro figli sono stati segnalati ad altre realtà? Sapevano che i dati dei loro figli erano passati ad un terminale di una banca che forse ignora che si tratta di dati di minori? Non esisteva altro modo, di certo meno invasivo e surreale, per far recapitare alle famiglie questi bollettini come, per altro, sempre è successo negli anni precedenti? Il trattamento dei dati dei minori, che le scuole ovviamente hanno, è materia molto delicata e la domanda circa l’opportunità e forse anche la legalità di questa scelta apre interrogativi non secondari che dovranno esser vagliati alla svelta al fine di capire se si siano verificate azioni da considerarsi lesive della privacy dei bambini. Ovviamente l’istituto scolastico in oggetto, come minimo, dovrà far sapere se ha dato pure ad altri gli indirizzi dei minori che lo frequentano e come mai abbia deciso di dare i nomi e gli indirizzi dei bambini alla banca e perché a quella al fine di recapitare i bollettini delle rette derogando alle modalità, molto più normali, degli anni precedenti. Insomma: se anche tutti dovesse essere regolare, e lo vedremo, di certo appare molto ma molto anomalo.

Lucia Tanti – Capogruppo PDL Provincia di Arezzo