Home Nazionale Visco: indietro di 25 anni, serve aggiustamento di portata storica

Visco: indietro di 25 anni, serve aggiustamento di portata storica

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Roma, 31 mag. (Labitalia) – Un Paese indietro di 25 anni, che non è stato capace di "rispondere agli straordinari cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici". E' severa l'analisi illustrata dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nella sua relazione all'assemblea di Palazzo Koch. "L'aggiustamento richiesto e così a lungo rinviato ha una portata storica; ha implicazioni per le modalità di accumulazione del capitale materiale e immateriale, la specializzazione e l'organizzazione produttiva, il sistema di istruzione, le competenze, i percorsi occupazionali, le caratteristiche del modello di welfare e e la distribuzione dei redditi, le rendite incompatibili con il nuovo contesto competivito, il funzionamento dell'amministrazione pubblica". "E' un aggiustamento che necessita del contributo decisivo della politica, ma è essenziale la risposta della società e di tutte le forze produttive", sottolinea Visco.In Italia "gli andamenti ciclici si sovrappongono a gravi debolezze strutturali", evidenzia. A mostrarlo, già prima della crisi, è "l'evoluzione complessiva della nostra economia, peggiore di quella di quasi tutti i principali Paesi sviluppati". "Non siamo stati capaci di rispondere agli starodinari cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici degli ultimi venticinque anni", è la severa analisi del governatore. Per Visco, "i sacrifici compiuti per conseguire e consolidare la stabilità finanziaria rispondono a rigidità a lungo trascurate, a ritardi accumulati nel tempo" e l'uscita dalla procedura di infrazione Ue è "un investimento su cui costruire".I progressi compiuti sul fronte dei conti pubblici "vanno preservati: disperderli avrebbe conseguenze gravi", avverte Visco evidenziando che "un bilancio pubblico in equilibrio, al di là delle contingenze cicliche e con una composizione favorevole allo sviluppo e al lavoro, è il presupposto di ogni politica efficace ed equa". Il governatore mette in evidenza soprattutto come sia "illusorio per noi pensare di uscire dalla crisi con la leva del disavanzo di bilancio: il margine di fiducia che attualmente risparmiatori e operatori di mercato ci concedono è stretto". Questo, considerato che i titoli pubblici da collocare ogni anno per il finanziamento dei disavanzi e, soprattutto, per la sostituzione del debito in scadenza sono nell'ordine dei 400 miliardi. (segue)(Labitalia) – Quindi, da Visco arriva un monito: "Per quest'anno non vi sono margini di aumento del disavanzo", che "sono stati assorbiti dalla decisione di pagare i debiti commerciali in conto capitale" della Pa. "Una ricomposizione della spesa a favore di quella più produttiva è possibile perseguendo recuperi capillari di efficienza e di risorse", assicura, aggiungendo: "Se questo metodo viene reso permanente la gestione delle nostre amministrazioni pubbliche può avvicinarsi agli standard internazionali. Non si otterranno risultati significativi senza coinvolgere gli enti decentrati"."Commisurare le risorse trasferite a costi standardizzati, ponendo a carico degli enti l'eventuale eccedenza di spesa, incoraggia -dice- la diffusione delle migliori pratiche. L'uso efficiente delle risorse pubbliche richiede un ripensamento dei livelli di governo, eliminando ridondanze e sovrapposizioni".Visco avverte poi che "dobbiamo dimostrare di saper uscire dalla grave condizione in cui siamo caduti: lavoro che viene meno e non si crea; imprese che non riescono a modernizzarsi, a finanziarsi, che chiudono; banche indebolite". Quindi lancia un appello: "Non bisogna avere timore del futuro, del cambiamento. Non si costruisce niente sulla difesa delle rendite e del proprio particolare, si arretra tutti. Occorre consapevolezza, solidarietà, lungimiranza. Interventi e stimoli ben disegnati, anche se puntano a trasformare il Paese in un arco di tempo non breve, produrranno la fiducia che serve per decidere che già oggi vale la pena di impegnarsi, lavorare, investire".

Articlolo scritto da: Adnkronos