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Www.workers a Governo, 10 azioni per spingere digital economy

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Bologna, 10 mag. (Labitalia) – L'Italia deve entrare nell'economia digitale e per portare la produttività del Paese nella rete servono dieci secche azioni che politica e governo possono realizzare. Azioni a partire dall'erosione del digital divide attraverso investimenti pubblici e incentivi a quelli privati. E' un vero e proprio manifesto quello che i Www.workers, la community che aggrega duemila lavoratori italiani della rete, hanno presentato al governo e alla politica per portare il nostro Paese verso la potente economia che si sta muovendo e consolidando sul web. Il manifesto dei Www.workers è stato tracciato al termine del Wwworkers Camp, il primo meeting nazionale dei lavoratori italiani della rete, che si è chiuso ieri a Bologna. Nel manifesto delle 10 azioni i Www.workers chiedono di "pensare al wi-fi come alla toilette per rendere la connessione disponibile e pubblica ovunque, alfabetizzare al digitale per far sì che tutti i cittadini colgano le opportunità della rete, digitalizzare il made in Italy per rafforzare la collaborazione tra le pmi e raggiungere i mercati". Ma non solo. Anche "liberare l'e-commerce ancora soggetto alla normativa per il commercio pensata per canali tradizionali e ascoltare il mondo della rete, stakeholders e influencer spesso esclusi dai meccanismi di concertazione" sono le richieste dei www.workers a governo e politica. Intanto, sono già 700.000 in Italia i lavoratori digitali, ma vengono ancora trattati come misteriosi innovatori. Creano oltre il 2% del Pil, ma sembrano ancora invisibili. Ma chi sono? I lavoratori nel web sono imprenditori e professionisti che operano con le nuove tecnologie, ma anche artigiani e commercianti che reinterpretano mestieri tradizionali in chiave 2.0. e approdano online per vendere all'estero e internazionalizzare l'impresa o contadini digitali che grazie al web hanno trovato una nuova chiave di sviluppo per la loro impresa. Nel manifesto dei Www.workers, i lavoratori digitali chiedono all'esecutivo e alla politica anche di rendere pubblico e accessibile ciò che è prodotto con soldi pubblici, introdurre il telelavoro come diritto, ripensare il welfare nell'ecosistema digitale, dare spazio alle nuove imprese anche con locazioni agevolate. I lavoratori digitali reclamano inoltre rappresentanza, welfare, fisco e incentivi, infrastrutture, nuovi luoghi e modelli di lavoro, internazionalizzazione, semplificazione normativa le aree di intervento individuate per promuovere il lavoro di coloro che operano in contesti digitali.A Bologna, ad ascoltare la voce dei lavoratori della rete sono stati presenti i deputati Paolo Coppola (Pd), Antonio Palmieri (Pdl) e Massimo Artini (Movimento 5 Stelle) con la moderazione di Riccardo Luna (Che Futuro!). Il manifesto che è uscito da questo primo brain storm dei lavoratori digitali italiani contiene di fatto la sintesi delle proposte arrivate dai lavoratori digitali attraverso la piattaforma Wwworkers.it.

Articlolo scritto da: Adnkronos