Home Cultura e Eventi Eventi 28 giugno: alla Chiassa il ricordo di due eroi, che salvarono 209 ostaggi dalla fucilazione

28 giugno: alla Chiassa il ricordo di due eroi, che salvarono 209 ostaggi dalla fucilazione

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28 giugno: alla Chiassa il ricordo di due eroi, che salvarono 209 ostaggi dalla fucilazione

Il prossimo 28 GIUGNO, manifestiamo la nostra Gratitudine a due giovani ventenni, che 70 anni fa misero in gioco le loro vite, per salvare quelle dei 209 ostaggi, che stavano per essere massacrati di fronte alla chiesa della Chiassa Superiore

Si tratta di una storia ancora ben viva tra la Gente della Chiassa e conosciuta da tante altre persone.

26 giugno 1944 – una banda partigiana autonoma di ex prigionieri di guerra slavi, fuggiti l’8 settembre ’43 dal campo di concentramento di Renicci (Anghiari – AR), ferma a raffiche di mitra un’auto della Wehrmacht e prende prigioniero il colonnello Maximilian von Gablenz, assieme al suo aiutante.

27 giugno – il comando tedesco di Arezzo ordina un imponente rastrellamento, che conduce alla segregazione, nella chiesa della Chiassa Superiore, di centinaia e centinaia di persone, fermate tra Giovi, Ponte alla Chiassa, La Chiassa e Ponte alla Piera. Un ultimatum impone la restituzione del colonnello e del suo aiutante entro il primo pomeriggio del 28 giugno, pena la fucilazione degli ostaggi e l’incendio di tutte le abitazioni della vasta area. Intanto, le donne incinte e con figli piccoli vengono rilasciate. Secondo i documenti tedeschi, rimangono in chiesa 209 prigionieri.

28 giugno – Tutto sta per precipitare e si paventa già una strage. I partigiani italiani, della XXIII Brigata garibaldina “Pio Borri”, vorrebbero rilasciare il colonnello, ma non l’hanno loro e il comandante della banda di slavi, che l’ha rapito, appare insensibile alle richieste italiane ed alle imminenti fucilazioni.

Chi ferma la macchina della strage è Giovan Battista Mineo, un ex sergente dei Carristi, in forza alla Scuola Allievi Ufficiali di Arezzo, datosi alla macchia l’8 settembre ’43 e diventato un sottotenente partigiano della XXIII Brigata. Mineo, che si è infiltrato tra i “repubblichini” dell’U.P.I. di Arezzo, ha un lasciapassare, che lo identifica quale informatore. In questa veste si presenta alla Chiassa, al locale comando tedesco, poco prima che inizino le fucilazioni.

Mentre le esecuzioni vengono sospese, Mineo viene portato al comando di Arezzo e dopo una trattativa, ottiene una dilazione dell’ultimatum di 24 ore. Nella notte, viene accompagnato con un blindato tedesco, sulle montagne sopra la Chiassa ed inizia un lungo viaggio a piedi, alla ricerca della banda slava.

29 giugno – Giovan Battista Mineo riesce a trovare il partigiano russo, che comanda la banda dei sequestratori del colonnello e del suo aiutante. Dopo lunghe e laboriose trattative, riesce a farsi consegnare i due tedeschi. Assieme a Giuseppe Rosadi, della Chiassa, inizia la lunga marcia verso il paese, mentre il tempo passa velocemente.

Sia il colonnello von Gablenz che Mineo, si rendono conto che in quelle condizioni non ce la faranno ad arrivare prima che inizino le fucilazioni. Il colonnello scrive su un biglietto un ordine di sospensione e poi lo consegna a Mineo. Questi, affidati i due tedeschi al Rosadi, parte a cavallo verso la Chiassa, poi deve correre a piedi, perché il cavallo si azzoppa. È sopra il paese, quando sente distintamente gli ordini imperiosi, che daranno inizio alla strage. Inizia ad urlare, viene sentito dai tedeschi, che fermano le esecuzioni e vanno incontro a Mineo che, arrivato alla chiesa, consegna al locale comandante il biglietto di von Gablenz.

Gli ostaggi vengono lasciati in chiesa, nell’attesa del ritorno del colonnello. Poco tempo dopo, un grido: “Il colonnello! Il colonnello!”.

In tanti, tra gli ostaggi di allora, ricordano Giuseppe Rosadi che arrivò con colui che rappresentava la loro salvezza.

Il colonnello ordinò che tutti fossero rilasciati, nonostante forti resistenze di certi suoi subalterni. Ordinò anche che Mineo e Rosadi potessero andarsene liberamente.

Mentre i 209 ostaggi – tra cui lo stesso parroco, don Elia Bindi – uscivano verso la libertà, ci fu chi iniziò a suonare freneticamente le campane della chiesa, a festa!

Lo stesso 29 giugno 1944, mentre a Civitella in Val di Chiana, a Cornia e a San Pancrazio, si spengevano gli incendi e si piangevano gli oltre 200 trucidati, alla Chiassa si festeggiava lo scampato pericolo. E il merito va ai due giovani partigiani: Giovan Battista Mineo e Giuseppe Rosadi.

Il prossimo 28 giugno, alle ore 17,00, alla Chiassa Superiore si terrà una solenne cerimonia.

Con la partecipazione del Sottosegretario alla Difesa, On. Domenico Rossi, di Autorità, di Rappresentanti di Associazioni Combattentistiche e d’Arma, avrà luogo la Cerimonia di scoprimento di una lapide commemorativa nella Piazza della Chiesa e di intitolazione del Parco Pubblico ai Partigiani:

Sergente Carrista Giovan Battista Mineo (classe 1921, di Bagheria – PA) e

Giuseppe Rosadi (classe 1923, della Chiassa- AR)

Per ricreare meglio l’ambiente in cui avvenne l’eroico episodio, il Registro Italiano Amici dei Lampeggiatori Blu Storici (R.I.A.L.BluS.) organizzerà una parata di auto civili e militari coeve

Nell’occasione, sarà disponibile una pubblicazione che ricostruisce le avvincenti vicende, che videro quali eroici protagonisti Giovan Battista Mineo e Giuseppe Rosadi:

Vite in cambio di Santino Gallorini – (Edizioni Effigi)
Con la Presentazione del Prof. Ivo Biagianti, Docente presso l’Università di Siena, e la Prefazione del Dott. Mino Faralli, Capitano CC Par. Cong.