Home Nazionale Abuso diritto non sarà più reato, per dichiarazione fiscale infedele soglia a 150mila euro

Abuso diritto non sarà più reato, per dichiarazione fiscale infedele soglia a 150mila euro

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Roma, 23 dic. – (AdnKronos) – L’abuso del diritto non sarà più reato, mentre la soglia per far scattare la sanzione penale in caso di dichiarazione infedele viene elevata dagli attuali 50.000 euro a 150.000 euro. E’ quanto prevede -apprende l’Adnkronos- il decreto che attua la delega fiscale sul riordino del penale tributario che sarà all’esame del Cdm di domani. L’esecutivo esaminerà anche il decreto delegato sulla “cooperazione preventiva” tra grandi imprese e amministrazione tributaria, mentre il provvedimento sul riordino del catasto dovrebbe slittare a dopo le feste.
In pratica la nuova normativa sull’abuso del diritto raccoglie le raccomandazioni Ue. Non ci sarà nessuna tipicizzazione dei comportamenti abusivi, ma si agirà su due binari. Viene introdotta una depenalizzazione generale accompagnata da un rafforzamento delle norme che colpiscono le fattispecie già punite penalmente quali le fatturazioni false e i comportamenti fraudolenti.
Quindi l’abuso continuerà ad essere sanzionato a livello amministrativo ogni qualvolta il contribuente adotta comportamenti e mette in atto operazioni prive di sostanza economica al solo scopo di ottenere un vantaggio fiscale. Per l’amministrazione viene introdotto prima di procedere alla contestazione l’obbligo del contraddittorio con una preventiva richiesta di chiarimenti. il contribuente deve fornire li chiarimenti entro 60 giorni. In assenza della procedura di contraddittorio l’atto è nullo.
Nella nuova configurazione l’evasione assume rilevanza penale nei casi di dichiarazione infedele quando l’evasione supera la soglia di 150.000 euro. In tal caso la pena prevista va da 1 a 4 anni. Nella dichiarazione infedele rientrano anche i comportamenti meno gravi determinati da errori di tipo tecnico di inerenza o di imputazione delle somme.
L’azione penale sarà dunque concentrata sui casi più insidiosi quali le frodi fiscali, le fatturazioni false, i crediti inesistenti. I questi casi non c’è bisogno di alcuna soglia di evasione e le pene vanno da 2 a 6 anni.
Quanto al decreto sull’adempimento collaborativo viene introdotto per la prima volta in Italia il meccanismo della collaborazione preventiva tra fisco e grandi contribuenti. Vi potranno accedere, almeno nella prima fase, i grandi gruppi con un fatturato di 10 miliardi di euro. Le imprese potranno accedere ad una sorta di interpello abbreviato per prospettare al fisco una ipotesi di comportamento. Se accettato e attuato correttamente determinerà la certezza di non subire accertamenti. In pratica si tratta per le imprese di avere la certezza che il comportamento adottato non sarà contestato e per il fisco di effettuare una azione preventiva con una sorta di tutoraggio alla francese.