Home Nazionale Animali: Anmvi, sì agevolazioni fiscali, no tassa mancata sterilizzazione

Animali: Anmvi, sì agevolazioni fiscali, no tassa mancata sterilizzazione

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Roma, 8 set. (AdnKronos Salute) – “Una proposta per defiscalizzare e un’altra per tassare. La Camera dei Deputati sta discutendo varie mozioni sulla tutela degli animali da compagnia, incoraggiando da un lato le agevolazioni fiscali sulle spese veterinarie e dall’altro ipotizzando di tassare chi non sterilizza il proprio cane o gatto”. Lo fa notare l’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi).
Anmvi, forte di quasi 100 mila firme per la defiscalizzazione delle cure veterinarie – informa una nota – è decisamente favorevole alla mozione dell’onorevole Marisa Nicchi, nella parte in cui chiede al Governo italiano di sostenere una normativa comunitaria tra gli Stati membri in materia di agevolazioni fiscali per le spese veterinarie sostenute per gli animali da compagnia. “E’ tempo – dichiara il presidente dellAnmvi Marco Melosi – di affrontare anche su scala europea il problema del possesso responsabile e del randagismo, tenendone debitamente conto quando si discute di armonizzare le aliquote Iva. Oggi i proprietari italiani, cittadini fra i più tassati della Ue, versano l’aliquota del 22%. La proposta dell’associazione è di armonizzare le aliquote su scala europea, riconoscendo quella agevolata alle prestazioni veterinarie ed esentando del tutto dall’Imposta quelle che impattano sulla salute pubblica di tutta Europa. In questo modo la Presidenza italiana darebbe un forte segnale di volontà a promuovere la tutela degli animali da compagnia e a sconfiggere il business dei canili e il traffico, ormai europeo, di randagi”, osserva Melosi.
I veterinari sono invece nettamente contrari a ogni ipotesi di ulteriore tassazione, tantomeno su prestazioni come la sterilizzazione chirurgica che per il loro impatto sulla salute pubblica vanno incoraggiate e non penalizzate. Tassare la mancata sterilizzazione di cani e gatti avrebbe come conseguenza la stessa che il redditometro ha avuto sul microchip: i proprietari scapperebbero a gambe levate. Se invece la sterilizzazione e la registrazione in anagrafe canina fossero Iva-esenti e interamente deducibili, la cultura del possesso responsabile farebbe enormi passi avanti.
“Al Fisco non si può attribuire alcuna funzione educativa – commenta Melosi – né va incoraggiata la fiscalità punitiva. Basterebbe programmare adeguati programmi di prevenzione del randagismo, di microchippatura e sterilizzazione per svuotare i canili e fermare la proliferazione incontrollata di cani e gatti. La crisi economica poi concorrerebbe a far aumentare gli abbandoni e le richieste di eutanasia per l’insostenibile aggravio fiscale”. La sterilizzazione, annota infine Anmvi, non può essere un’imposizione forzata: se da un lato è una prestazione chirurgica di base senza riflessi sulla salute e sul benessere animale, è pur sempre di un intervento invasivo in anestesia totale che può non essere indicato in alcuni soggetti. “Ci sono ragioni – fa notare il presidente Anmvi – di tipo anamnestico-individuale che comportano valutazioni caso per caso, le quali devono rimanere nell’ambito della libertà di decisione e del consenso informato fra proprietario e medico veterinario curante. Senza contare le rilevantissime implicazioni connesse alla riproduzione consapevole di taluni esemplari, all’incremento di razza e all’allevamento canino”.